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Per una pace dei bravi

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La guerra in Donbass rientra nella grande offensiva post-pandemica contro di noi

 

Insomma ci risiamo: dopo otto anni riparte il tormentone ucraìno.
La tensione è salita sicuramente ad opera della Casa Bianca, ma soprattutto degli inglesi che hanno incendiato le polveri dopo aver portato le forze armate al confine russo.
I russi potevano scegliere l’accordo politico con Parigi e Berlino ma hanno preferito riprendere a interpretare il ruolo del secondo polo di una Jalta minor.
Questi sono i dati nudi e crudi, tutto il resto è retroscena, speculazione o illusione.

Le poste in gioco
I dati nudi e crudi ci prospettano quindi una guerra che non ci voleva e che danneggerà comunque l’Europa. A noi servono la pace e tutt’altro atteggiamento.
Bisogna capire che tra i players di questo conflitto Kiev è afferrata nel gioco tra Mosca, Washington e Londra ed è proprio Londra la principale nemica dell’Europa e dei popoli, quella che agisce per staccare l’est dall’ovest europeo, per recuperare l’influenza su di esso a scapito della Germania. Poi entrano in gioco gli interessi energetici e geopolitici che non sono tanto di stritolare Mosca, quanto d’impedire la cooperazione dell’Europa con la Russia, in particolare della Germania, come attestano i documenti del CFR, Council of Foreign Relations, il “think tank” che produce le amministrazioni della Casa Bianca e del Pentagono, che dal 2014 va dicendo che se la Germania non viene ridimensionata e i suoi collegamenti con la Russia proseguono si può anche scatenare la guerra mondiale.

Questa la lettura e queste le prospettive da tenere
Poi possiamo perderci dietro questioni che Tucidide avrebbe definito secondarie e pretestuose, anche se per coloro che ne sono coinvolti sono tutt’altro che irrilevanti; o possiamo farci addirittura ipnotizzare per fantasticare in virtuali crociate pseudotolkeniane tra Bene e Male, individuando una volta di più un  cavaliere contro un drago, ma questo è francamente stupido, mentre tenere in conto le questioni secondarie, invece, aiuta a farci un’idea più precisa.

Le motivazioni del conflitto
Non è certamente secondaria la pretesa russa di non avere basi Nato ai suoi confini, anche se va ricordato che non c’è stato mai scontro tra Nato e Patto di Varsavia e che fin dalla fondazione degli Stati Uniti russi ed americani non si sono scambiati neppure una fiondata mentre sono stati invece alleati in una Rivoluzione Bolscevica, in una Guerra Mondiale e nel neocolonialismo.
Non sono secondarie le rivendicazioni delle popolazioni delle due regioni contese nell’Ucraìna dell’est, in cui gli odi etnici sono riaffiorati dopo la rivoluzione contro la nomenklatura post-sovietica del 2014 ma sono più antichi, dato che i russi sotto Stalin hanno fatto fuori sette milioni e mezzo di ucraìni che non hanno diritto nemmeno a un giorno del ricordo.
La decisione della Duma e di Putin di riconoscere l’indipendenza delle due regioni ucraìne contese ha un senso per una parte, ma non per l’altra. Se l’Austria avesse riconosciuto l’indipendenza dell’Alto Adige, nominandolo Sud Tirol, e inviato truppe, molti sovranisti che plaudono all’ingresso russo in Donbass richiederebbero immediatamente una reazione militare. E i nazionalisti spagnoli indignati per la secessione catalana possono davvero sostenere il Donbass indipendente solo per far dispetto all’Occidente?

Non c’è un Occidente unito
La guerra russa (o sinorussa) all’Occidente è una truffa mediatica, capovolta disinvoltamente da chi è antioccidentalista. Bisogna chiarirsi però: io sono anti-occidentalista perché ritengo l’Occidente – con le sue fanatizzazioni delle ideologie veterotestamentarie e materialiste e con la sua componente Wasp – la negazione dell’Europa che, malgrado l’aids culturale e spirituale contratto da qualche decennio, non è Occidente ma Centro.
Non esiste alcuna cospirazione dell’intero Occidente, intendendo per tale UKUSA più Europa, nei confronti della Russia, casomai ce n’è una angloamericana ma è  ben più antieuropea che antirussa.
Tutti i dati reali lo comprovano, non soltanto gli interessi energetici ed economici, non soltanto le politiche dell’Eliseo e della Germania, dove la cooperazione con la Russia fa parte del contratto del nuovo governo, non soltanto i ripetuti sforzi diplomatici degli europei ma anche la decisione di tutti, Polonia esclusa, di non partecipare all’eventuale conflitto.

Il vero obiettivo siamo noi
È l’Europa a venire colpita sia dalle sanzioni che dal blocco energetico. L’Europa e non gli Usa che dal 2014 hanno sostituito imprese europee negli affari commerciali con la Russia, l’Europa e non la Cina che allarga la sua influenza economica e politica su Mosca, cosa di cui il think tank del Cremlino è preoccupato dal 2017 ma, evidentemente, è stato travolto dei fatti.
Ci perde la Russia, ma meno di noi. Londra, Washington e Pechino ci guadagnano.
La Russia ci perde relativamente perché – la verità è sempre più cinica dei nostri sogni – Gazprom è socia anche del pipeline Tap e quindi la nostra dipendenza eneregetica e l’offensiva politico-militare angloamericana contro di noi non tange troppo gli interessi moscoviti.

Per una pace dei bravi
Non è che si possa fare molto più di stare a guardare. Ma si può assumere comunque un atteggiamento giusto e costruttivo che ponga al centro noi, ovvero l’Europa, che non si perda in deliri che confondono nazioni, popoli e comunità di destino con gli uomini politici del momento o con le forme dei potere oligarchico e democratico, quindi corrotto, che accomuna un po’ tutti.
Dobbiamo auspicare la pace dei bravi, senza maledire i popoli afferrati nel conflitto che ha profonde motivazioni storiche e viene strumentalizzato da tutti i manipolatori e dai nemici dell’Europa, quindi della Civiltà. Servono molta lucidità e tanta obiettività per non fare torto a nessuno e per non fare regali a nessuno. Oppure si può continuare a tifare in uno scenario fantasy del tutto irreale che corrisponde o all’accettazione dell’ufficiale menozogna, oppure del suo puro e semplice capovolgimento che non sarà mai verità ma menzogna rovesciata. Non parlo, ovviamente, dei casi clinici di coloro che ne approfitteranno per fare i conti con la loro psiche turbata perché devono uccidere il padre. Quelli hanno fracamente rotto i coglioni.

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