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Perché la Russia ci ha dichiarato guerra

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Con grande gioia americana, ovviamente

Abbiamo sempre sostenuto che l’invasione dell’Ucraìna da parte dei russi sia una dichiarazione di guerra all’Europa, anche per procura americana.
Recentemente abbiamo ricapitolato quali sono le sfide mondiali legate alla new economy.
Leggi: https://noreporter.org/index.php/alterview/29230-leuropa-e-la-geopolitica
Vediamo adesso di cosa concretamente si tratta.

Il preambolo
La Russia non gradì la scelta ucraìna di richiedere nel 2004 l’adesione alla UE, né lo fecero gli Usa che preferivano imporre un rapporto diretto scavalcandoci. L’intesa più o meno tacita  russoamericana consentì la vittoria presidenziale di Yanukovitch, il depredatore di asset e ricchezze nazionali che mirava anche all’indipendenza del Donbass. In pratica Mosca voleva svuotare l’Ucraìna dall’interno e osteggiare il processo d’integrazione, disposta a consentirla solo dopo una spartizione. Il ras venne rovesciato dal suo popolo dopo aver fatto sparare a più riprese sulla folla.
Mosca reagì occupando la Crimea e incoraggiando insurrezioni in Novorussia e in Donbass, con tanto di omicidi e di linciaggi. Fallirono quasi ovunque e ne nacque la guerra localizzata (Donetsk e Lugansk). Ovviamente questo rivoluzionò i rapporti tra Kiev e Mosca anche dal punto di vista commerciale. Dal 2014 in poi l’Ucraìna ebbe rapporti sempre più stretti con noi.
Otre che culturale, l’influenza dell’UE in Ucraina crebbe soprattutto tramite i rapporti economici.

Kiev partner d’Europa
Proprio all’inizio delle ostilità lo scorso febbraio, su editorialedomani.it, si legge quanto segue.
Il principale asse dei rapporti tra Kiev e Bruxelles è il Deep and Comprehensive Free Trade Area (Dcfta), in vigore dal 2017. Si tratta di una zona di libero scambio combinata con un accordo quadro in cui l’Ucraina può sviluppare i suoi rapporti commerciali aprendo il suo mercato e armonizzando leggi e standard che governano i vari settori, un cambiamento che può avvicinare il Paese all’Unione europea.
Attualmente l’UE è il principale partner commerciale dell’Ucraina e rappresenta il 42 per cento del commercio estero totale del Paese.
Mentre i rapporti con l’UE si sono intensificati, quelli con la Russia si sono assottigliati. Nel 2012, la Russia era la destinazione del 25,7 per cento dell’export ucraino, mentre nell’Ue arrivava soltanto il 24,9 per cento. Nel 2018, le esportazioni verso la Russia erano solo il 7,7 per cento del totale.
Negli anni l’Ucraina è riuscita anche a emanciparsi dalla fornitura del gas russa, che in precedenza rappresentava il suo tallone d’Achille, attraverso il riacquisto di gas dall’Unione europea a prezzi minori rispetto a quelli negoziati con Mosca e la ridefinizione degli accordi commerciali per il trasporto del gas verso l’Europa occidentale. 
Alcuni programmi mirano poi specificamente alla de-escalation della situazione nelle province di Donetsk e Luhansk: dal 2017 vengono stanziati 50 milioni l’anno per dei programmi che mirano a finanziare iniziative che migliorino lo stato dell’economia, la coesione sociale, le condizioni del sistema sanitario, l’istruzione e le infrastrutture della regione. Il programma è stato successivamente ampliato anche alla zona del Mar d’Azov e il budget aumentato di dieci milioni l’anno.
La de-escalation era concreta, visto che nei tre anni precedenti all’invasione russa che il Cremlino spaccia avvenuta “per evitare un genocidio”…. le vittime civili della guerra in Donbass erano state solo sette.

Un accordo strategico per la nostra potenza
A tutto questo si aggiunge un accordo di portata strategica che precede di poco, e probabilmente determina, la decisione russa di preparare l’invasione, un accordo che potete trovare al link https://erma.eu/the-start-of-long-standing-cooperation-eu-and-ukraine-sign-a-strategic-partnership-on-raw-materials-and-welcome-a-new-member-of-erma/
Vi si legge:
Il 13 luglio 2021,  Maroš Šefčovič, vicepresidente per le relazioni interistituzionali e per lo sviluppo, e Denys Shmyhal, primo ministro dell’Ucraina hanno firmato  il memorandum d’intesa (MoU) per un partenariato strategico sulle materie prime e sullo sviluppo delle catene del valore delle batterie, con vantaggi reciproci. L’UE ha stanziato ulteriori 750.000 EUR per l’assistenza tecnica a sostegno dello sviluppo di capacità nelle materie prime e nelle batterie.
Il protocollo d’intesa definisce il quadro politico con una tabella di marcia delle azioni iniziali per promuovere gli obiettivi del partenariato definiti nell’ambito dei tre flussi di lavoro:
– Armonizzazione dei quadri normativi minerari ucraìno ed europeo e applicazione dei principi minerari sostenibili.     
– Integrazione di materie prime (critiche) e catene del valore delle batterie facilitando progetti di joint venture e opportunità di business.
– Collaborazione più stretta nella ricerca e innovazione lungo le catene del valore delle materie prime e delle batterie critiche utilizzando Horizon Europe e altri programmi dell’UE relativi alle materie prime e alle batterie.

In cosa consiste l’accordo
Lo scopo è di promuovere la cooperazione per la decarbonizzazione e la digitalizzazione delle catene del valore delle materie prime critiche e delle batterie
L’Unione Europea e l’Ucraina hanno definito un elenco di azioni iniziali per facilitare la cooperazione:
– Sviluppare una strategia e una tabella di marcia a basse emissioni di carbonio per decarbonizzare l’estrazione, l’estrazione e la lavorazione delle materie prime in Ucraina;
– Rafforzare l’approvvigionamento e la lavorazione sostenibili e responsabili di materie prime e batterie in Ucraina;
– Digitalizzare e rafforzare la gestione dei dati delle risorse/riserve minerarie ucraine;
– Migliorare l’uso dei programmi di osservazione della Terra e del telerilevamento per l’esplorazione delle risorse, le operazioni e la gestione ambientale post-chiusura;
– Identificare e condurre progetti di joint-venture per attori industriali e di investimento dell’UE e ucraini.
EIT RawMaterials e la European Raw Materials Alliance (ERMA) porteranno una vasta conoscenza nel fornire un ambiente collaborativo per innovazioni dirompenti e rivoluzionarie lungo la catena del valore delle materie prime, sostenendo pratiche sostenibili e assicurando investimenti per progetti con un elevato potenziale di innovazione.
La ERMA, coordinata e gestita da EIT RawMaterials, è stata istituita nel 2020 con l’obiettivo di garantire l’accesso a materie prime critiche e strategiche, materiali avanzati e know-how di lavorazione per gli ecosistemi industriali dell’UE.

Una pace di spartizione anti-europea
I think tanks americani e la stesssa Wall Street erano stati chiarissimi sin dal 2020: le decisioni europee in risposta alla crisi Covid e nelle prospettive della New Economy preoccupavano gli Stati Uniti, seccati anche dalla proiezione diplomatico-politica nell’IndoPacifico che ne complicava le strategie di confronto con la Cina.
Gli accordi con l’Ucraìna non indebolivano soltanto la Russia che pagava la sua rozza prepotenza, ma rafforzavano in misura esponenziale un’Europa che aveva anche da pochissimo scoperto un enorme giacimentodi litio nella Valle del Reno.
Cosa di meglio che favorire in tutti i modi, incoraggiandola e anche suggerendola, la reazione brutale e idiota del Cremlino che avrebbe causato battute d’arresto sul nostro cammino?
Visti gli accordi tra UE e Kiev e considerata la ricchezza materiale del Donbass, appare ora evidente che Washington abbia interesse a imporre quanto prima una pace di spartizione, cercando d’impedire agli ucraìni di riconquistare totalmente il Donbass e la Novorussia.
Come ben sanno, e non cessano di ripeterlo, i combattenti ucraìni, non è sufficiente sconfiggere i russi, anche se è imperativo farlo.

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