sabato 20 Luglio 2024

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La macchinazione contro Straus-Kahn sta già inginocchiando Grecia e Portogallo

Il caso Strauss-Kahn provoca una paralisi temporale del Fondo monetario internazionale (FMI). Proprio qualche giorno fa, la Banca nazionale svizzera (BNS) ha ribadito che tale istituzione guiderà  la riforma del sistema monetario internazionale.
Il sistema finanziario internazionale è molto instabile. L’economia della zona euro migliora, ma nell’attuale contesto qualsiasi contrattempo costituisce una minaccia. I gruppi come il G-20, il G-8 o la Banca dei regolamenti internazionali (BRI) incrementano gli standard per le grandi società , a livello di capitale e riserve. Inoltre esigono un maggiore impegno sociale e ambientale per assicurare una crescita economica sostenibile.
Tuttavia, né la Svizzera né i paesi limitrofi hanno finora trovato un sistema per ridurre la vulnerabilità  delle istituzioni finanziarie per quanto riguarda il peggioramento delle immobilizzazioni immateriali.
Più concretamente, anche fattori legati a reputazione o salute dei quadri di tali istituzioni, oppure i conflitti interni tra i membri della direzione, sono problemi capaci di intralciare le attività  in borsa di una società  oppure di mettere a repentaglio una linea di credito come quella che attualmente viene applicata in Grecia dall’FMI.
Giudizi morali a parte, lo scoppio del caso Dominique Strauss-Kahn a New York, il direttore generale dell’FMI accusato di aggressione, privazione della libertà  e tentato stupro di una 32enne, potrebbe indebolire la stabilità della zona euro in un momento congiunturale particolarmente delicato per Grecia e Portogallo.
Mercoledì 18 maggio, Strauss-Kahn era atteso a Bruxelles per inaugurare un foro comunitario volto a discutere, in particolare, del pacchetto di aiuti per il Portogallo (circa 100 000 milioni di franchi) e della necessità  di estendere gli aiuti alla Grecia. La presen za di Strauss-Kahn era fondamentale perché un terzo dei fondi sono stanziati dall’FMI.
Il caso dimostra come la situazione personale di direttori o alti responsabili di organizzazioni e aziende possa influenzare in modo radicale l’andamento di trattative e affari. Si ricordi, a tale riguardo, il ritiro per questioni di salute di Steve Jobs, fondatore di Apple, che causò perdite in borsa per 20 000 milioni di franchi in un solo giorno.
La BNS difende l’FMI 
La Svizzera, gli altri paesi occidentali e i principali gruppi dei paesi industrializzati ed emergenti (G-20) lavorano al rafforzamento delle istituzioni dopo la crisi dei mutui subprime.
Un altro tema di attualità è l’applicazione di obblighi di responsabilità  sociale ed ambientale più rigidi. Ciononostante, l’impatto delle immobilizzazioni immateriali è difficile da prevedere e valutare.
Qualche giorno fa, la Banca nazionale svizzera (BNS) ha difeso a spada tratta l’importanza dell’FMI come asse di riforma del sistema monetario internazionale.
Nell’ambito di un incontro a cui hanno anche partecipato Strauss-Kahn, la ministra francese dell’economia Christine Lagarde e altri rappresentanti di banche centrali, il presidente della BNS, Philipp Hildebrand, ha affermato che l’FMI è tenuto guidare i cambi necessari al fine di riformare il sistema finanziario.
Il discorso tenuto da Hildebrand sembra ora premonitore: “Occorre trasmettere segnali credibili [nell’economia e nei mercati]. Pertanto, il lavoro tecnico dell’FMI deve distanziarsi da qualsiasi speculazione politica”.
Il problema giuridico che Dominique Strauss-Kahn deve affrontare si allontana dall’ambito tecnico e toglie credibilità  all’istituzione che dirige. Una condizione fondamentale per un fondo che ha visto il suo potere triplicarsi nel 2009 quando i fondi per a iuti finanziari sono passati da 250 000 a 750 000 milioni di franchi.

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