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Quando il rapimento dà alla testa

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Incredibile ma vero: Salvatore Stefio – uno dei quattro italiani rapiti tempo fa in Iraq in circostanze ancora non chiare – è stato nominato Cavaliere Templare. Ora ci manca solo che Agliana diventi samurai e Cupertino dichiari di essere Napoleone. La “Nuova Militia” fondata da San Bernardo ha fatto proprio una brutta fine

Salvatore Stefio, uno dei quattro ex ostaggi italiani in Iraq, torna far parlare di sè: con una cerimonia ufficiale nella chiesa di San Giovanni dei Napoletani, sede della Commenda di Palermo, è stato nominato cavaliere templare. Vestito con un mantello bianco con un croce rossa sul petto è entrato a far parte della congregazione nata nel 1119: “E’ un momento significativo per me che ho vissuto la prigionia in terra islamica”.


Insieme a Stefio sono stati insigniti altri sei cavalieri e due scudieri. Fra di loro avvocati, geologi, e una psichiatra. La cerimonia alla quale hanno preso parte anche la moglie dell’ex ostaggio, Emmanuela Nicolosi e il loro figlio, è stata celebrata dal Gran Precettore d’Italia e Commendatore di Palermo, Pietro Testa.


“I cavalieri – dice Stefio – sono stati un elemento di congiunzione tra il cristianesimo e l’islam in un ottica di missione di pace”. “Da questo momento sarà compito dei cavalieri – ha aggiunto Testa – diffondere i nostri principi che sono il rispetto, la reciproca fiducia e assistenza, il dovere della carità e la disponibilità verso gli altri”.


La congregazione dei templari della quale da ora fa parte Stefio si sviluppò nel 1119, a partire da una piccola formazione di nove cavalieri capeggiata dai crociati francesi Ugo des Payens e Goffredo di Saint Omer. Lo scopo dell’iniziativa, ben accolta da Baldovino II Re di Gerusalemme, era quello di proteggere i pellegrini che si recavano in Terra Santa, “lungo le insicure vie che conducono da Gerusalemme al Giordano”.


Successivamente i Templari furono i principali difensori degli Stati latini (e non solo), prendendo attivamente parte ai combattimenti. Il nome dell’ordine deriva dal fatto che Re Baldovino posizionò i cavalieri nella moschea di Al-Aqsa, sulla spianata del distrutto tempio di Salomone. I templari ottennero l’approvazione papale, e nel 1128 al Concilio di Troyes fu stabilita per loro una regola, redatta da San Bernardo da Chiaravalle, ispirata alla regola cistercense.


Dai “fratelli” Cistercensi, i Templari ereditarono anche il colore del mantello: bianco. La gerarchia all’ interno dell’Ordine prevedeva al vertice il maestro, la cui autorità era limitata da un capitolo composto dai dignitari (il siniscalco, il comandante del Regno di Gerusalemme, il drappiere, il comandante delle altre regioni).


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