Ambiguità e potenzialità della politica spaziale europea. L’affermazione della sovranità e dell’indipendenza del continente passa anche dalla sfida per il dominio dello spazio. Il nemico da battere, qui come altrove, è sempre lo stesso.
di Umberto GIOVINE
LO SPAZIO È DESTINATO AD AVERE una parte centrale in Europa e la sicurezza – per la quale la Commissione Ue ha chiesto un finanziamento di almeno un miliardo di euro l’anno – sarà l’investimento più importante delle applicazioni spaziali. Il ruolo dello Spazio è già assicurato nel progetto di Trattato costituzionale che prima o poi dovrebbe essere ratificato dai Venticinque. Quanto alla sicurezza, sta forse nascendo la «dottrina europea». L’Europa agirà sia in concorrenza sia in cooperazione con le altre potenze spaziali mondiali. «La prima di queste, gli Stati Uniti», si legge all’inizio del Libro verde sulla politica spaziale europea, «si serve dei sistemi spaziali come di uno strumento per garantirsi una leadership strategica, politica, scientifica ed economica, impostata sui concetti di space dominance e di information dominance». Sta in queste due formule americane la chiave per capire cosa c’è dietro la politica spaziale europea.
Il megatrend della sicurezza e il cambiamento di cultura in Europa
Nel 2005 sarà messo a punto il Piano spaziale europeo (Esp) previsto negli accordi firmati durante la presidenza italiana del Consiglio Ue. Per allora si sarà concluso anche il lavoro di Spasec, il panel europeo di esperti nel campo dello Spazio e della sicurezza, terminerà la fase di sviluppo di Galileo e sarà già avanzata l’implementazione del Gmes (Global Monitoring for Environment and Security), primo programma spaziale europeo in cui il concetto di sicurezza sia stato evocato in modo esplicito. S’intende che Galileo – il Gps europeo – è più importante del Gmes, costa molto di più ed è nato prima. Ma per i promotori di Galileo fare riferimento alla sicurezza o alla difesa (il Trattato di Roma non può essere esteso alle questioni militari) era considerato tabù nei politically correct anni Novanta. Oggi non più. Dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 a Washington e New York e quelli dell’11 marzo 2004 a Madrid, anche in Europa si tende ormai a considerare uno
sprovveduto chi si ostina a non riconoscere il ruolo essenziale di Galileo per la sicurezza, oltre che per la difesa europea. È stato di fatto superato anche l’handicap dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea partner di Galileo, di cui fanno parte anche due pa