Home Conflitti Quei nazionalisti non dovevano essere al soldo dell’Ovest?

Quei nazionalisti non dovevano essere al soldo dell’Ovest?

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Ecco invece cosa esce dalla stampa del padrone. Quella americana

Cosa succede in queste ore a Kiev? Dopo la fuga di Yanukovic , presumibilmente rifugiatosi a Donetsk, da quel che si può evincere dai media più attenti alle evoluzioni dello scenario ucraino, come il New York Times e la CNN, la situazione a Kiev è molto confusa ed in continua evoluzione.

Come spesso succede in queste situazioni, le pressioni e le ingerenze sono molteplici e non sempre univoche: mentre l’Unione europea  punta sull’appena scarcerata Yulia Timoshenko, cercando di presentarla come “eroina della rivoluzione”, gli attivisti presenti ancora sulla Piazza Maidan , hanno chiaramente espresso la loro contrarietà a questa ipotesi.

L’amministrazione USA, che del pragmatismo fa la sua bandiera, sta invece puntando in queste ore sulla figura più rappresentativa dell’ex-pugile Vitaly Klitchsko, non compromesso come la Timoshenko nel fallimento della “rivoluzione arancione” del 2004 e immune dalle accuse di corruzione che pure hanno causato l’arresto della ex –premier.

Il nuovo Governo dovrebbe essere presentato oggi ma in mezzo c’è l’incognita di Piazza Maidan, che rimane occupata, insieme a molti altri centri dell’Ucraìna Occidentale, da centinaia di attivisti armati, raccolti dietro il cartello di “Pravy Sektor”  che costituiscono il nerbo che ha duramente combattuto contro i reparti di polizia di Yanukovic.

In questo magma ribollente, il nuovo premier incaricato di formare il Governo, dovrà, volente o nolente, trovare la sua “investitura” che non appare affatto scontata.

Infatti, in un articolo comparso online il 24 febbraio, sul Global Research, ci si chiede chi sia oggi al comando in Ucraìna.

L’articolista se lo chiede dopo che anche Vitaly Klitschko è stato fischiato in piazza Maidan, e come riporta la BBC tutti i politici mainstream compreso il Presidente ad interim Turchynov, vicino alla Timoshenko, sono stati fischiati ed allontanati dalla piazza.

Gli unici organizzati militarmente, stando  sempre all’articolo online del Global Research Institute  con il titolo” Democracy murdered  by protest:Ukraine falls to intrigue and violence” sembrano essere proprio quelli di Prevy Sector che oltre ad occupare gli edifici governativi, hanno mandato in frantumi le vestigia della presenza sovietica a Kiev ed in altre città.

I quali attraverso il loro portavoce Aleksandr Muzychko, in un intervista del 24 febbraio al giornale britannico “Guardian” hanno chiaramente detto che la sconfitta di Yanukovich è solo il primo passo verso un Ucraìna indipendente ed autonoma sia dall’UE e dagli Usa che dalla Russia.

Naturalmente, se la rivolta ucraìna, presentata dai media occidentali, come una spontanea adesione all’Unione Europea e agli “ideali” occidentali, prendesse in queste ore un’altra piega, assisteremmo ad una prevedibile escalation degli eventi che potrebbe causare una riedizione dell’alleanza Usa-Russia nell’eliminare a tutti i costi la scomoda presenza dei rivoltosi di Piazza Maidan, divenuti fattore di ostacolo ad ogni soluzione di spartizione delle rispettive sfere di influenza nella regione.

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