Il parrocco raccoglie fondi dagli skin per le famiglie italiane bisognose e poi li gira a sorpresa agli immigrati
I soldi donati dagli skinheads non andranno all’asilo di Lago, ma alle famiglie di immigrati che vivono sul territorio. Così hanno deciso il parroco don Ezio Segat e il comitato di gestione dell’asilo a una settimana dalla donazione.
Cambio di rotta, dunque, da parte del parroco di Lago sulla destinazione dei fondi che i militanti dell’associazione cultura «Veneto Fronte Skinheads» avevano raccolto in occasione del loro raduno di settembre a Revine. «Ogni qualvolta organizziamo un evento, sia questo un concerto o un atto politico – aveva spiegato il presidente dell’associazione, Giordano Caracino – ci piace confrontarci con la gente del posto. Parlando con alcuni avventori del campeggio, con gli stessi proprietari e con alcuni paesani che sono venuti a farci visita durante la tre giorni di festa, siamo venuti a conoscenza di un paio di situazioni locali, bisognose e meritevoli di un soccorso economico».
Una parte dei fondi era stata consegnata, lo scorso 1. ottobre, all’associazione sportiva dilettantistica Tarzo-Revine, l’altra all’asilo paritario «Patrioti Brigata Piave» della parrocchia di Lago e diretto dal parroco. A Revine, ad alcune settimane da «Ritorno a Camelot», erano appositamente giunti alcuni militanti dell’associazione di skinheads per portare a mano l’offerta.
«Ho accolto questa donazione per l’asilo – ci aveva detto ad inizio ottobre don Ezio Segat -, ogni contributo è ben accetto se le persone lo fanno con il cuore e la nostra realtà – ammette – è oggi in difficoltà». Ora però la decisione, condivisa dal parroco e dal comitato di gestione della scuola dell’infanzia interparrocchiale, di assegnare tale contributo non all’asilo, ma alle famiglie di immigrati presenti nel territorio.
«Pur non entrando in merito a un giudizio sulle singole persone – affermano il parroco, don Ezio, e il comitato di gestione dell’asilo – esprimiamo tuttavia il nostro netto dissenso riguardo alle posizioni dell’associazione culturale “Veneto Fronte Skinheads” nei confronti degli immigrati, così come sono esposte nel loro sito web. A motivo di questo, l’offerta consegnata dal gruppo al parroco viene ora devoluta a favore delle famiglie di immigrati presenti nel territorio più bisognose».
A parte qualsiasi riflessione in merito, il raccogliere fondi per una causa e destinarli ad un’altra oltre ad essere moralmente agghiacciante comporta l’abuso della confidenza altrui e rientra nell’ambito penale. Perché se metto i soldi per la ricostruzione di un teatro e scopro che ci hanno invece decorato un campo profughi mi sento ingannato e devo essere risarcito. Se volevo contribuire alla decorazione del campo profughi magari lo facevo, ma me lo dovevi chiedere chiaramente. Non puoi dare fondi che ho destinato a qualcuno che reputo in difficoltà a quualcun altro che non necessariamente considero ne abbia bisogno: sono stato turlupinato. Ma sappiamo che non ci saranno tribunali che se ne preoccuperanno.
L’insegnamento – ma non lo avevamo ancora colto? – è che anche per la carità bisogna fare da soli e non mettere in mezzo certa gente. Bisogna essere pietosi, non ingannati in modo miserabile. E imparare a disprezzare come si deve quelli che fanno la carità per professione. Del resto solo chi disprezza ama davvero.