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Ricominciamo!

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Lettera aperta ai camerati di ovunque

 

Ma il mio maestro m’insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire (F.Battiato)

Forse perché è la fine di un’illusione è un evento salutare.
Il minimo storico di voti all’estrema destra, ridotta al niente virgola, non è un male perché boccia  scelte sbagliate, periferiche, stolte e di retroguardia. Il tracollo era scontato perché è nella logica dell’epoca, visto che da decenni chiesa, comunisti, liberali, non hanno più un partito di riferimento ma operano a tutto campo.
Una volta il mondo che si richiama al fascismo anticipava i tempi, oggi vi arriva con un ritardo megagalattico, ma ci deve arrivare per forza. Magari dopo essersi spaccata la faccia: cioè adesso.

Cosa insegna la disfatta del 26 maggio?
Innanzitutto a cambiare approccio. L’idea di una forza pura e dura (che poi sono regolarmente almeno due in concorrenza tra loro…) che va a conquistare le istituzioni dal basso facendo il pieno dei consensi elettorali, si rivela un’umiliante barzelletta.
Pretendere di ottenere un risultato elettorale rimarcando i “tradimenti” di Salvini e sbandierando soluzioni irrealizzabili come l’Italexit e il Basta Euro, a prescindere da quello che significano e da chi le ha suggerite, dettate e impugnate, è sciagurato. Perché quand’anche queste soluzioni fossero valide – e non lo sono – una minoranza emarginata, composta da studenti, disoccupati e qualche borgataro che pretende di esprimere una linea avventurista, offre di sé un’immagine puerile, inaffidabile, che fa tenerezza quando non risulta chiaramente patetica. Approfondimento più sotto 1
Giocare all’estremista frustrato che, anziché esprimere un’alternativa politica, di stile, ed esistenziale, brontola dell’avanzata di Salvini distanziandosi dal movimento psicosociologico che quest’ultimo sta cavalcando, è la prova definitiva di un infantilismo e di un analfabetismo politico con cui ci s’impone lo scacco matto da soli. Purtroppo nel ridicolo.

In controtendenza troviamo
svariate centinaia di eletti locali, spesso mascherati in liste civiche. Non parlo soltanto dei numerosi eletti nei municipi minori da parte di CasaPound e di Forza Nuova ma anche dei numerosissimi di Casaggì, Lealtà Azione/Federazione, Progetto Nazionale.
Perché l’area non soltanto si compone E di Cpi E di Fn, per quanto esse s’ignorino reciprocamente, ma è vastissima, includendo i soggetti che ho citato e ancora miriadi di piccole realtà locali; non esiste alcun’egemonia su di essa, né tale egemonia è possibile. Se si continua a pensare di fare avanzare i propri in concorrenza con gli altri camerati, si viene meno politicamente.
Lo stesso dicasi se gli eletti locali continuano ad essere considerati dalle proprie direzioni politiche come coloro che devono portare il gonfalone del partito e procurare vetrine al proprio ghetto per esaltarsi nei social con esternazioni astratte e massimaliste.

Cosa può consentire alle retroguardie bastonate di passare all’avanguardia?
Sostanzialmente un salto di mentalità che faccia cogliere quel che sono l’impersonalità, la funzionalità e la Idea del mondo che consentono di assumere un ruolo non più narcisistico, onanistico e pagliaccesco nell’operato di tutti i giorni.
Ovviamente questo comporta alcuni passaggi inevitabili. Quali una riscoperta di chi si è, della propria storia, della propria cultura politica e del nemico: tutto smarrito a giudicare dalle linee di pensiero espresse in questo frangente storico dalla destra terminale.
Serve una formazione di alto livello, impartita in modo omogeneo ad opera di eccellenze che non siano solamente teoriche. Smettendola una buona volta di affidare teorie economiche ad avvocati, fantasisti o illetterati. Approfondimento più sotto 2
Ne dovrebbe conseguire una volontà pianificata perché i quadri acquisiscano quantomeno le basi universitarie in sociologia, economia, storia e geografia. Servirebbe, se non altro, a che capiscano qualcosa di quanto accade, di dove si trovano e di come funzionano le cose.
A latere potrebbe partire una prima struttura trasversale per la conquista della gestione di alcune categorie chiave di oggi e domani (produzione, intellighenzia, robotica ecc).

L’opportunità immediata
Poiché un’avanguardia non si riassume mai al suo contenitore e alla sua etichetta ed è tale se influisce concretamente sul reale e sul pensiero, ritorno all’opportunità da cogliere confrontando i dati delle europee e quelli delle municipali.
Si può iniziare a operare in modo incisivo partendo proprio dal locale. Non dal locale singolo però, bensì dal legame tra ogni locale.
Un legame che può svilupparsi su di un comun denominatore affermativo (non di negazione cioè ma di proposta realizzabile). Un po’ sulla fasa riga del Mutuo Sociale che però era allora ed è ora irrealizzabile. Serve qualcosa di più immediato, come le preferenze nazionali negli asili nido, i sostegni alla politica demografica, la regolamentazione sull’associazionismo, ecc. Bisogna trovare almeno una proposta concreta e attuabile sul piano municipale che contenga in sé l’essenza della nostra Idea del mondo e che sia conflittuale con quella sovversiva Una proposta condivisa che sia bandiera di tutti noi.
Vogliamo trovare un cavallo di battaglia che risponda ai requisiti espressi?
Muovendoci tutti nella stessa direzione è possibile fare moltissimo e, quindi, rovesciare l’approccio politico e ripartire per l’avanguardia.
Fare pulizia nelle teste e abbandonare settarismi, presunzioni, egocentrismi e narcisismi!
Direi che è giunta l’ora.

 

NOTE DI APPROFONDIMENTO

1.
La questione dell’Euro e dell’Italexit è risultata deleteria anche a prescindere dal suo reale volto, da chi l’ha concepita (ambienti del partito azionista, logge britanniche), da chi se ne avvantaggia (ovvero gli invasori e padroni angloamericani) e dal consequenziale posizionamento nelle file del Nemico, con accluso abbandono e tradimento dell’intera tradizione storica, di sangue, ideale, culturale e spirituale del fascismo e del neofascismo.
È risultata deleteria perché quelli che hanno accolto acriticamente quest’ideologia del nemico vi hanno operato una traslazione del dogmatismo complottista. Sovrapponendo immagini dogmatiche a nuove immagini dogmatiche sostanzialmente improprie, hanno travisato totalmente la realtà e le scelte di campo. Il dramma è che, così facendo, la questione che avrebbe dovuto essere semplicemente tecnica, opinabile e discutibile, si è trasformata in un fanatismo che include spiegazione del reale (totalmente sbagliata) e soluzione vincente (disastrosa invero). 
Quest’assurdità si è trasformata nella ragione stessa della lotta, nella causa da sostenere!
A causa di un’ignoranza totale che viene mascherata con alcune nozioni superficiali, mai approfondite, senza nemmeno accorgersene (ma bastava leggere le argomentazioni di chi lo aveva notato) si è finiti addirittura con il sostenere fattualmente l’alta finanza, il mondialismo, l’egemonia wasp e la castrazione nazionale credendosi “sovranisti” e araldi della “sovranità monetaria”. Un tale capovolgimento del reale e una così ampia disponibilità a obbedire al Nemico sono strabilianti. Fortunatamente tutto questo artefatto verrà travolto dalla forza delle cose.
Tuttavia nell’aver surrogato in modo imperdonabile il pensiero radicale odierno in questo teorema falso e invertito, nel momento in cui lo si abbandonerà, e si dovrà abbandonarlo per forza, si finirà col creare un notevole disagio e perfino delle reazioni nervose acute presso coloro che si sono affidati a tal verbo taumaturgico dei miei coglioni.
Poiché siamo comunque ininfluenti in materia, se si ripartirà da qualcosa di concreto e alla nostra portata, forse ci sarà il tempo perché smaltiscano gli effetti disastrosi degli errori imperdonabili commessi da chi li comanda.

2.
L’accogliere entusiasticamente le elucubrazioni di personaggi che neanche dominano la materia in cui si esibiscono è dovuto a un peccato originale gravissimo. I vertici politici sentono la necessità di trovare slogan facili e formulette magiche e non vogliono quindi approfondire. Sono così obbligati a far ricorso a maghi Otelma di terza categoria. È l’effetto del rifiuto di mettersi in discussione per migliorarsi sempre. Se i vertici smettono di essere umili e di volere imparare, se da capi tribu pensano di essere addirittura in grado di guidare popolo, nazione, economia e chi più ne ha più ne metta, non si può evitare di cadere così in basso.

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