Tutti smentiscono tutto a proposito dell’italoinglese forse rapito e forse ucciso in Iraq. Sempre più sospetto l’imbarazzo del nostro governo.
«È un errore. Salvatore Santoro non lavora per noi». Lo sostenevano ieri sera portavoce della “Charity Commission for England and Wales”, organizzazione non governativa britannica per conto della quale Santoro avrebbe detto di operare in Iraq. Sempre secondo la stessa “Charity” Santoro non compare in alcun elenco delle Ong inglesi.
La «Charity for England and Wales» raccoglie tutte le agenzie non governative in Inghilterra e nel Galles e ne mantiene una sorta di «registro». L’ente, il cui sito viene visitato ogni anno da circa 12 milioni di utenti del web, offre annualmente consulenza a 24mila agenzie che operano nel settore, oltre alle 250mila chiamate che in media arrivano nell’arco di 12 mesi al centro. «Qualunque sia la loro dimensione o il loro scopo, requisito essenziale per tutte le organizzazioni benefiche è che operino nell’interesse pubblico, indipendentemente da interessi del governo, e che siano senza fini di lucro – si legge sul sito di “Charity for England and Wales” – Il nostro lavoro è assicurare che questo accada».