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Scusate mi ero sbagliato

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Il rigorismo applicato da Monti per l’Fmi fu un grosso errore

 

Il Fondo monetario internazionale sta rivedendo i suoi calcoli su quanto rapidamente gli Stati dovrebbero tagliare i propri deficit, tanto che l’austerity richiesta a gran voce ai Paesi europei durante la crisi potrebbe essere stata troppo severa.
In uno studio pubblicato ieri, e il cui titolo parla da sé (‘Errori nelle previsioni di crescita e moltiplicatori fiscali’), il capo economista del Fmi Olivier Blanchard e l’economista Daniel Leigh mostrano che l’istutuzione di Washington ha raccomandato di tagliare i bilanci troppo rapidamente nella crisi dell’euro, allontanando molte economie dalla crescita.
Lo studio sostiene che sono stati sottostimati i costi del taglio dei bilanci. Se precedentemente si riteneva che tagliare un euro dal budget di uno Stato costasse 50 centesimi di crescita, Blanchard e Leigh sostengono che il reale impatto è piuttosto di 1,50 euro. “Abbiamo scoperto che, nelle economie avanzate, a piani di consolidamento fiscali più severi è seguita una crescita minore delle attese, con una relazione particolarmente forte all’inizio della crisi”, scrivono i due economisti.
Per questi ultimi l’errore non è stato commesso solo dal Fmi, ma anche dalla Commissione europea, dall’Ocse e dall’Economist Intelligence Unit. Lo studio non riflette comunque l’opinione ufficiale del Fmi.

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