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Se tanto ci dà tanto…

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altIl ministro ed i giudici lasciano ben poche speranze

 

“Dopo la paura la speranza”. L’hanno intitolato così l’incontro tra gli studenti brindisini e il ministro per la Cooperazione internazionale e per la gioventù, Andrea Riccardi. Ad oltre due settimane dall’attentato di Brindisi, che ha causato la morte di una studentessa e il ferimento di altre cinque compagne di scuola, il ministro ha incontrato i ragazzi che frequentano le quinte di tutte le scuole brindisine e ha poi visitato le famiglie delle vittime dell’attentato. “In una società in cui i canali della comunicazione sono entrati in crisi – ha detto il ministro – ascoltare per me è fondamentale. Credo infatti che anche il governo tecnico debba ascoltare la gente”.
 All’incontro ha partecipato anche il sindaco dlla città, Mimmo Consales, che ha confermato di voler istituzionalizzare il 19 maggio, data della strage, come la giornata della memoria per Brindisi ed il ministro ha confermato l’impegno a questa istituzione “sia o non sia in carica questo governo”. Riccardi, poi, ha sottolineato il ruolo di Brindisi come città “che non si chiude, ma anzi ha una notevole capacità di accoglienza”. Sul fronte delle indagini ha poi detto: “Bisogna avere pazienza. Ho parlato con il prefetto di Brindisi e si sta lavorando in maniera alacre e molto convinta, le piste sono varie e bisogna lavorare in modo serio”.
 

Sempre oggi il procuratore che si sta occupando del caso ha detto che non ci sono novità e che è soddisfatto del lavoro svolto da carabinieri, magistratura e polizia (sic!).

Insomma, lo dicono chiaro fin d’ora che ci possiamo rassegnare: i veri colpevoli della tentata strage di Brindisi non li conosceremo mai. Ma se pur non possiamo conoscere la verità, dobbiamo partecipare allo psicodramma.

Tutto lascia presagire il peggio. E se un domani le Brindisi diverranno due, tre o chissà quante altre, come novelli Winston Smith avremo già pronta la nostra giornata dell’Odio per sfogarci contro il nostro misteriosissimo, inafferrabile, ma colpevolissimo Goldstein 

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