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Soprattutto non chiamatelo terrorismo

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Gli israeliani assassinano un palestinese in Siria; la stampa parla di “esplosione di un’autobomba a Damasco”. Insomma è saltata da sé. Si continuano a rispettare meticolosamente le disposizioni impartite da Tel Aviv che impongono di utilizzare il termine terrorista come sinonimo di palestinese.

Un alto esponente del gruppo estremista palestinese Hamas e’ stato ucciso oggi dall’esplosione di un’autobomba a Damasco, poco prima delle 11 (ora locale) nel quartiere di al Zahraa. Sembra che la bomba sia stata piazzata proprio sotto il sedile della jeep Mitsubishi dell’uomo, Izz el Din al Sheikh Khalil.


Fonti della sicurezza israeliana, citate dal quotidiano Haaretz, hanno ammesso la loro responsabilita’ nella morte di Khalil anche se il portavoce del premier Ariel Sharon, Ra’anan Gissin, ha detto ”di non saperne nulla”. Subito dopo l’episodio, un portavoce di Hamas a Gaza aveva accusato Israele minacciando subito nuovi attacchi come ritorsione.


Intanto, nel sud della Striscia di Gaza, l’esercito israeliano ha condotto un raid aereo sul campo profughi di Khan Yunis. Secondo fonti della sicurezza palestinese, l’attacco nel quartiere di al Ammal, in cui e’ andata distrutta un’industria metallurgica, ha provocato due feriti. ”Le forze israeliane hanno condotto questa mattina un’operazione a Khan Yunis contro una fabbrica in cui venivano prodotte armi per l’organizzazione terroristica di Hamas”, si legge in un comunicato delle forze armate di Tel Aviv. Si tratta del secondo attacco, in 24 ore, condotto dall’esercito israeliano contro Khan Yunis.


Sempre questa mattina, nella citta’ di Sderot quattro persone sono rimaste ferite quando alcuni palestinesi hanno lanciato tre razzi Qassam. Fonti sanitarie locali hanno, inoltre, reso noto che sei palestinesi, quasi tutti bambini, sono rimasti feriti a Rafah, sempre nella parte meridionale della Striscia di Gaza, dal fuoco israeliano. Le forze di sicurezza palestinesi hanno anche riferito che dieci carri armati dell’esercito israeliano sono penetrati nel quartiere di Mugharaga, a sud dell’insediamento di Nitzarim, ed hanno distrutto almeno tre abitazioni. Nell’operazione sono state arrestate cinque persone.

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