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Soros a un passo da casa

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Il suo boy Kurz si allea con le sue pedine verdi

La formazione di un nuovo esecutivo a Vienna sembra sempre più vicina e la soluzione politica che verrà adottata potrebbe essere destinata a fare scuola anche in altre nazione europee. Le elezioni legislative austriache del 29 settembre, infatti, si erano concluse con la netta affermazione dei Cristianodemocratici (Ovp), di cui fa parte il premier uscente Sebastian Kurz, che avevano conseguito il 37,5 per cento dei suffragi popolari e 71 seggi sui 183 del Consiglio Nazionale. I numeri avevano premiato il carismatico e giovane leader di centrodestra, già al timone durante la fallimentare esperienza di governo, terminata nel mese di maggio, con la destra radicale dell’Fpo ma l’Ovp era comunque piuttosto distante dalla maggioranza assoluta degli scranni. Esclusa l’ipotesi di una Grande Coalizione con i Socialdemocratici, giunti secondi con poco più del 21 per cento dei suffragi ed una riedizione della partnership con l’FPO, in netto calo al 16 per cento dei consensi è rimasta in piedi la sola e difficile pista di un’intesa con i Verdi, in grande spolvero al 13,9 per cento dei voti (+10 per cento rispetto alla precedente tornata elettorale).
Una partnership strategica
Nella giornata di domenica Sebastian Kurz ed il leader degli ambientalisti Werner Kogler hanno ricordato che un accordo tra i due movimenti potrebbe essere siglato durante la metà della settimana successiva. L’ex premier ha poi aggiunto che, sebbene non si sia ancora giunti alla fine delle trattative tra le parti, i maggiori ostacoli alla nascita di un’intesa sono stati superati. I Verdi, dal canto loro, hanno convocato il proprio Congresso Federale,  a cui prendono parte le diverse anime del partito e che dovrà ratificare un’eventuale partnership con i Cristianodemocratici. Questa mossa sembra confermare come le parti siano ormai sempre più vicine tra di loro e come finalmente lo stallo politico di Vienna possa essere vicino ad una conclusione. Al momento non sono ancora noti i dettagli del programma di governo congiunto ma Kurz ha ribadito come intenda continuare a perseguire una linea dura in materia di immigrazione e come intenda giungere alla formulazione di un budget bilanciato mentre Kogler ha, tra le varie priorità, quella di ottenere un pacchetto di investimenti in materia ambientale.
Le prospettive
L’Austria, come altri Stati europei, sembra essere preda di una paralisi politica che impedisce la nascita di governi forti e stabili e la formulazione di proposte politiche di ampio respiro. La frammentazione che ha colpito Vienna come altrove, ad esempio Madrid, ha reso sempre più difficile la sopravvivenza, a lungo termine, di esecutivi spesso in balia di maggioranze parlamentari ballerine. Il vicolo cieco in cui si è cacciato il Vecchio Continente ha così indotto i protagonisti dello scacchiere politico a cercare soluzioni innovative e talvolta sperimentali come, almeno a livello nazionale, sembra destinata ad essere la partnership tra Cristianodemocratici e Verdi. Il problema principale è che i due schieramenti portano avanti proposte e progetti spesso in contrapposizione e sarà pertanto difficile, nell’ambito di una visione progettuale pluriennale, riuscire a far convivere queste pulsioni talvolta opposte o comunque piuttosto differenti. Sullo sfondo restano i Socialdemocratici e la destra radicale dell’Fpo, che sfrutteranno l’interregno, forse instabile, di Kurz per leccarsi le ferite e tornare alla carica insediando prestigio e popolarità del giovane premier.

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