sabato 20 Luglio 2024

Stanno spezzando le reni alla Grecia

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Il Parlamento greco ha approvato, con una maggioranza di 155 voti su 300 il piano di austerity proposto dal governo del primo ministro Georges Papandreou, che prevede tagli e aumenti di tasse per 28 miliardi di euro e privatizzazioni per altri 50 miliardi di euro nei prossimi tre anni. Misure che permetteranno allla Grecia di ricevere la prossima tranche, 12 miliardi di euro, del suo bailout da 110 miliardi di euro.
Intanto anche oggi sono stati registrati nuovi scontri ad Atene tra la polizia e dimostranti che hanno tentato di impedire l’ingresso in Parlamento ai deputati. I tafferugli sono esplosi quando i dimostranti – che in migliaia si sono dati appuntamento stamattina – hanno cercato di bloccare decine di parlamentari, uno dei quali è stato colpito da un vasetto di yogurt. Di fronte lla rottura del cordone di protezione e al lancio di molotov, la polizia ha reagito sparando lacrimogeni e usando spray urticante: almeno tre persone sono rimaste ferite e trasportate in ospedale.
Sono decine di migliaia i manifestanti che dimostranti stanno manifestando per tutta Atene, dirigendosi verso il Parlamento.
Nel frattempo è inoltre salito il bilancio degli scontri di ieri, ai quali hanno partecipato anche centinaia di ultras delle tifoserie delle squadre di calcio e bande di motociclisti arrivati da tutto il paese: sono oltre 370 le persone che sono rimaste ferite, mentre gli arrestati sarebbero alcune decine.
Anche ieri per bloccare i dimostranti che fino a notte hanno messo a ferro e a fuoco il centro della capitale, la polizia greca – che ha schierato 5mila agenti – ha sparato gas lacrimogeni per disperdere la folla.
Prima dell’avvio del voto il premier Papandreou – che per superare le resistenze incontrare all’interno della sua stessa coalizione ha varato un nuovo governo nominando il numero due del Pasok Evangelos Venizelos alle Finanze – ha lanciato l’ultimo appello a maggioranza ad opposizione a votare a sostegno del pacchetto in modo che si eviti il collasso. “Ora è arrivato il momento per un grande cambiamento in cui dobbiamo mettere le cose in ordine, se il Paese va in bancarotta gli ospedali non funzioneranno, le scuole chiuderanno e le pensioni e i salari dei dipendenti pubblici non saranno pagate”, ha detto. Il ministro delle Finanze, Evangelos Venizelos, dal canto ha chiesto ai deputati di fare il loro “dovere patriottico” e approvare il piano. “Dobbiamo guadagnare tempo in modo che il Paese non venga trasformato, passo dopo passo, in un protettorato”, ha aggiunto.
Il voto positivo del Parlamento greco è un primo “passo indietro dal default”, ma domani serve un altro ok per la messa in atto del pacchetto se la Grecia vuole ottenere il via libera dell’Ue alla quinta tranche del prestito. Lo hanno detto il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso e il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy.
“Con l’approvazione di oggi da parte del Parlamento greco del programma economico rivisto, il paese ha fatto un passo in avanti importante verso il necessario cammino di consolidamento fiscale e di riforme strutturali per rilanciare la crescita, ma ha anche fatto un vitale passo indietro da uno scenario molto serio di default”, hanno affermato Barroso e Van Rompuy in una nota congiunta, sottolineando che il voto odierno è stato un “voto di responsabilità nazionale”.
Domani, però, avvertono i due responsabili Ue, “gli occhi dell’Europa saranno di nuovo puntati su Atene in quanto i parlamentari saranno chiamati ad approvare le misure per mettere in atto il programma”. Quindi “un secondo voto posititivo spianerebbe la strada per l’esborso della prossima tranche dell’assistenza finanziaria” e “permetterebbe anche ai lavori in corso su un secondo pacchetto di assistenza finanziaria di procedere rapidamente, mettendo il paese in misura di andare avanti e ridare la fiducia alla popolazione greca”, concludono Barroso e Van Rompuy.
Si è detto “felice e sollevato”, il premier lussemburghese e presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. “La via per il versamento della quinta tranche dei prestiti bilaterali dei Paesi membri della zona euro e dell’Fmi è già spianata”, ha detto Juncker in una nota.
Atene ha bisogno dei 12 miliardi di euro della quinta tranche del prestito Ue-Fmi entro metà luglio per rifinanziare il suo debito. L’ok di Bruxelles a questo esborso è condizionato al voto positivo del parlamento greco. L’Eurogruppo dovrà decidere in merito domenica, nel corso di una riunione straordinaria a Bruxelles.

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