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Fuochi d’artificio ai confini della Via Lattea
Il telescopio spaziale James Webb ha osservato un getto di gas lungo otto anni luce emesso da una giovane stella massiccia ai margini della Via Lattea. La scoperta offre nuovi indizi sulla formazione stellare in ambienti a bassa metallicità, simili a quelli dell’universo primordiale
Il telescopio spaziale James Webb torna a stupire con una nuova, straordinaria immagine: per la prima volta, è stato osservato un immenso getto stellare ai confini della Via Lattea, prodotto da una giovane stella massiccia ancora in formazione all’interno della nebulosa Sharpless 2-284. Lo studio è stato pubblicato la settimana scorsa su The Astrophysical Journal.
Il getto si estende per circa otto anni luce – il doppio della distanza tra il Sole e il sistema stellare più vicino, Alpha Centauri – e rappresenta uno dei più spettacolari e rari esempi di getto protostellare mai osservati nella nostra galassia. Il fenomeno è stato rilevato grazie all’eccezionale sensibilità del James Webb nella luce infrarossa, che ha permesso di penetrare le dense polveri interstellari e osservare nel dettaglio la complessa struttura dei getti: filamenti di plasma, nodi, onde d’urto ad arco e catene lineari.
Il telescopio Spaziale James Webb osserva i getti prodotti da una protostella in formazione ai confini della Via Lattea. Crediti: Nasa, Esa, Csa, StscI, Y. Cheng (Naoj), J. DePasquale (StscI)
La peculiarità di questo oggetto risiede nella perfetta simmetria due lobi del getto che si estendono in direzioni opposte come le lame di una spada laser a doppia punta. Questa configurazione suggerisce la presenza di un disco di accrescimento stabile attorno alla protostella centrale, la cui massa è stimata attorno a dieci volte quella del Sole. La simmetria osservata supporta il modello teorico di accrescimento di nucleo, secondo cui le stelle massicce si formano attraverso un processo relativamente ordinato, a differenza di quanto previsto dal modello di accrescimento competitivo, che prevede una crescita più caotica, con materiale che converge da più direzioni sulla protostella.
La protostella si trova in una regione periferica della Via Lattea, a circa 15mila anni luce da noi, dove l’ambiente povero di elementi pesanti, caratterizzato quindi da una bassa metallicità, è simile a quello dell’universo primordiale. Questa caratteristica rende la scoperta ancora più significativa perché offre un raro laboratorio per studiare la formazione di stelle massicce in condizioni analoghe a quelle dell’universo primordiale.
Questi spettacolari fuochi d’artificio stellari rappresentano il “biglietto di nascita” di una stella: parte del gas che cade verso la protostella viene espulsa lungo il suo asse di rotazione, probabilmente sotto l’influenza di intensi campi magnetici. L’osservazione è stata completata dai dati complementari ottenuti con Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), che ha individuato, nella stessa regione, un secondo nucleo stellare denso, che potrebbe trovarsi in una fase di formazione ancora più precoce.
Il telescopio spaziale James Webb continua così a rivoluzionare la nostra comprensione del cosmo, indagando i misteri del Sistema solare, esplorando mondi distanti attorno ad altre stelle e studiando le origini e le strutture più remote dell’universo.