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Le guerre agrarie in Brasile sono il frutto di una continua violazione politica

La nuova ondata di violenza per il possesso della terra può risultare agli occhi di chi vive da poco tempo in Brasile o di chi segue gli avvenimenti dall’Italia, qualcosa senza spiegazione.

Perchè lavoratori rurali del MST (movimento dei lavoratori rurali senza terra) invadono aziende agricole arrivando anche ad ucciderne i vigilantes o lavoratori?
Perchè poco più di duemila grandi latifondisti si spartiscono le terre agricole di questo immenso Paese?
Perchè il Governo Brasiliano non ha mai saputo articolare una seria riforma agraria confinando gran parte del territorio brasiliano ad un “medio evo del terzo millennio”?
Cercherò di rispondere in modo semplice e chiaro a queste domande al fine di offrire al lettore una base per poter interpretare gli illogici avvenimenti di violenza che ciclicamente si ripetono.
L´origine del latifondismo brasiliano risale alla dominazione portoghese, quando il Brasile era visto unicamente come una vasta terra da sfruttare e le poche terre furono assegnate dalla Corona Portoghese a pochi uomini di fiducia, che le ricevevano con il dovere di renderle produtive, e lo fecero con ampio impiego di mano d’opera schiava.
Con l’indipendenza del Brasile dal Portogallo (1822) le cose non cambiarono; le terre abbandonate dai latifondisti in quanto non piú facilmente sfruttabili, per via del divieto di impiego di mano d’opera schiava (1888) furono statalizzate e successivamente messe all’asta dallo stesso Stato. In questo modo nuovi latifondisti si sostituirono in parte ai precedenti. Questi nuovi proprietari terrieri impiegarono la mano d’opera semischiava degli immigrati, in modo particolare italiani, tedesci e polacchi.
Si costituì rapidamente una forte lobby di proprietari terrieri determinati a mantenere inalterato il latifondismo influenzando direttamente il governo monarchico prima e repubblicano dopo, sino alla rivoluzione del 1930 che vide l’ascesa del Presidente Vargas.
Durante l’Era Vargas, di ispirazione corporativista, si incentivò una prima industrializzazione controbilanciando così lo strapotere dei latifondisti, che tornarono ad influenzare pesantemente il governo solo dopo la caduta di Vargas (1954)
Quando nel decennio successivo il presidente Jõao Goulart iniziò una serie di manovre per la realizzazione della riforma agraria avvenne la Rivoluzione del 1964, un colpo di stato militarista fortemente sponsorizzato da latifondisti e governo statunitense interrompendo in modo brusco il tentativo di riforma agraria.
Durante gli anni ’80 viene ristabilita la democrazia (se così possiamo chiamarla! Offendendone la nobile etimologia!).
L’articolo 184 della costituzione del 1988 recita:
-Compete all’Unione (governo centrale) disappropriare per interessi sociali, ai fini della Riforma Agraria, l’immobile rurale che non stia svolgendo la sua funzione sociale, tramite giusta indennizzazione in titoli di debito agricolo, con clausola di preservazione del valore reale, ruscuotibili in un tempo di 20 anni, a partire del secondo anno dalla sua emissione (…)-
La riforma agraria è scritta nera su bianco su una delle più complete e meno rispettate costituzioni. La lobby dei proprietari terrieri finanzia con assegni mensili deputati e senatori di destra e sinistra al fine di mantenere le cose come stanno.
Contemporaneamente movimenti di sinistra come il MST, che negli ultimi anni hanno ricevuto grandi aiuti economici dal Governo Lula, agiscono nell’illegalità occupando con le armi le aziende agricole, arrivando spesso a sequestrarne ed ucciderne lavoratori o proprietari.
Abbiamo dunque da una parte latifondisti che pagano per mantenere uno stato di cose reazionario, dall’altra parte dei movimenti sociali (finanziati con danaro pubblico grazie agli aiuti ricevuti dal Governo) che occupano terre in modo arbitrario, lasciandosi dietro una scia di sangue.
La cosa più deplorevole è che, nella piú assoluta mancanza di rispetto verso le regole elementari della democrazia, i politici rinuncino a risolvere il grave problema del latifondismo, con l’interesse di ricever danaro dalle lobby e voti da quei milioni di lavoratori rurali strumentalizzati per una rivoluzione che mai si realizzerà.
Vergognoso per la destra, doppiamente vergognoso per la sinistra.

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