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Togliti la tonaca, prete!

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In Francia è così.
Il non rispetto di radici, tradizioni e cultura in nome di una pretesa laicità del Paese conduce a questo. Se aggiungiamo l’invasione di islamici che ha travolto quel Paese, non dobbiamo meravigliarci che i mussulmani pretendano il rispetto di una legge che punisce loro per primi. La neutralità ha nuovamente fallito

C hi di velo ferisce, di tonaca perisce: nella Francia che si erge a portabandiera della laicità vietando il velo islamico in classe, è sulla tonaca del parroco che si aggira in un liceo di Tolone che si addensano le polemiche. Se non è lecito stare fra i banchi col velo – puntano il dito gli accusatori – neppure la sottana del cappellano è laica. Padre Antoine Galland, della «nuova comunità di San Martino» (un gruppo cattolico reputato conservatore), mai si sarebbe aspettato di incorrere nelle ire dei giustizieri laici. In Francia, dove non c’è l’ora di religione, è «tollerata» nei licei – qualora ne facciano richiesta un numero sufficiente di famiglie – la presenza di un cappellano con tanto di sede per catechismo e riunioni con i ragazzi. Ovviamente su base volontaria, e dopo approvazione del direttore dell’istituto. Al liceo «Dumont d’Urville» di Tolone, nel sud del paese, la sede per le attività del cappellano cattolico, esiste addirittura dal 1952, senza che nessuno l’abbia mai messa in discussione. Il rientro a scuola del 1. settembre, inoltre, era avvenuto nella massima serenità nonostante l’entrata in vigore della legge che vieta il velo islamico. Anzi, l’istituto si era segnalato per un comportamento assolutamente tranquillo in materia. Padre Galland, però, avrebbe fatto le spese – stando all’interpretazione che Le Figaro dà ai fatti – di un certo anticlericalismo di ritorno, un’avversione per le «sottane» dei preti che senz’altro è stata riattizzata dalla legislazione contro i «segni religiosi ostentati» approvata in marzo dalla Francia. «Ai ragazzi – spiega il rappresentante dello Snes, il sindacato degli insegnanti delle secondarie – sarebbe stato difficile far digerire la presenza di un prete in tonaca quando gli altri segni religiosi sono vietati». Sembra però, che padre Galland non sia stato allontanato con la motivazione ufficiale della sua tonaca. Anche perchè, per quanto osservante e ortodossa, la comunità di San Martino accetta in genere che i suoi membri si presentino in pubblico in «clergyman». Basta che sappiano che la tonaca non è gradita, un elemento che a padre Galland non è stato notificato. Se l’avesse saputo, dicono in parrocchia, si sarebbe vestito con il colletto bianco e la giacca nera.

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