Esce in Germania il primo film su Adolf Hitler che cerca di ristabilire un minimo di verità storica sul personaggio. In un cinema ancora fermo al “Grande Dittatore” di Chaplin, un film certamente non filo-nazista ma comunque desideroso di obbiettività genera inquietudini: “e se dipingendo Hitler come un essere umano lo si rendesse meno repellente?”. Evidentemente per qualcuno la libera ricerca storica deve sottostare ai dogmi della teologia del Male Assoluto.
BERLINO – Nel fetido bunker della cancelleria, pochi giorni prima di far avvelenare i suoi sette figli e uccidersi insieme alla moglie Magda, Joseph Goebbels ebbe un lampo di lucidissima follia: «Signori – disse il capo della propaganda nazista, rivolto a un gruppo di ufficiali ormai prossimi alla disperazione – fra cento anni sarà girata una bella pellicola a colori sulle terribili ore che stiamo vivendo: non volete recitare una parte in questo film?». Era il 17 aprile 1945. Sono stati sufficienti meno di sessant’anni, perché la profezia di Goebbels si avverasse. Anche se, per fortuna, l’opera che l’ha realizzata non è la glorificazione che l’ex Gauleiter di Berlino aveva sognato.
E’ uscito ieri, sugli schermi tedeschi, Der Untergang, La Caduta, il film prodotto da Bernd Eichinger e diretto da Oliver Hirschbiegels, che ricostruisce con accuratezza storica e dettagli perfino maniacali gli ultimi dodici giorni di Hitler e del nazismo, quelli wagneriani e mortiferi consumati nel ventre di Berlino, ormai soverchiata dall’Armata Rossa. E’ la prima volta che cineasti tedeschi portano sullo schermo la figura del Führer, mettendola a fuoco da vicino, dandogli una voce normale, cogliendone anche una dimensione intima e personale, che nella Germania del Dopoguerra era stata tabù.
Scelta coraggiosa e controversa, che ha innescato discussioni e polemiche senza fine nella comunità intellettuale e nell’opinione pubblica, tormentati dal dubbio se fosse lecito o meno raccontare Hitler, l’incarnazione del male assoluto, anche nella sua banalità di essere umano, capace di gesti cortesi e attenzioni paterne.
Costato quasi 14 milioni di euro, una delle cifre più alte nella storia del cinema tedesco, Der Untergang è basato sulle memorie di Traudl Junge, la segretaria del Führer che lasciò il bunker solo dopo il suo suicidio, e sulle testimonianze di alcuni protagonisti, rielaborate dallo storico Joachim Fest, in un libro dallo stesso titolo. Fest, biografo di Hitler e sicuramente il massimo esperto vivente del nazismo, ha anche pr