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Un addio alla soccorritrice rossa

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“La foto che pubblico guardatela bene”

Non ho mai pubblicato le immagini dei caduti né ho mai utilizzato la mia bacheca come un triste calendario funebre. L’ho fatto nella convinzione che la memoria di tanti ragazzi si onora con la vita ed i sacrifici di ogni giorno, cercando semplicemente di essere all’altezza. Oggi i giornali dei palazzinari romani dedicheranno alle tante esternazioni sulla morte di Franca Rame un articolo che dimostri quanto bestiali si possa essere nello gioire della morte di una persona. Ebbene, mai gioirò della morte di un nemico ma la foto che pubblico guardatela bene, perché quello che vedete è Virgilio, un ragazzo di 22 anni bruciato vivo nel rogo della sua casa appiccato da tre persone ed alle sue spalle, invisibile, giace, nelle stesse condizioni, il corpicino di Stefano, 10 anni, morto carbonizzato. Non mi piace fare queste cose, l’odio va spento altrimenti ti divora. È vero, non avrei dovuto gioire della morte di colei che gli assassini di bambini difese e protesse, perché avrei dovuto dirle in vita: “che tu possa vivere in eterno”.

nota: “che tu possa vivere in eterno” è la frase che dice Leonida ad Efialte in 300…

nota2: Non abbiamo mai sentito una parola, una sola parola, per correggere quelle scelte in favore degli assassini. Nemmeno per il fumetto di presa in giro dei fratelli Mattei che il Soccorso Rosso pubblicò, opera del baldo Jacopo Fo, il figlio di lei e del premio nobel, con prefazione del capo partigiano Gianbattista Lazagna che, oltre ad essere attivissimo nel Soccorso Rosso, aveva attraversato la penisola con feltrinelli per esortare alla lotta armata.

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