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Una società allo sbando

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Agud e Casa Pound fanno incursione nel gulag romano dei disabili

Una ragazza da sola, chiusa a chiave in una stanza.
Un ragazzo abbandonato a se stesso, con due graffi sul viso che nessuno ha saputo spiegare come si fosse fatto. E ancora: qualcuno seduto su una sedia a fissare il vuoto, o una porta. Qualcun altro
sdraiato per terra, su un tappeto, in mezzo alla polvere. Questa la situazione che si sono trovati di fronte i genitori dell’Agud, l’associazione genitori utenti disabili, e i militanti di CasaPound
che ieri mattina li hanno accompagnati nel centro diurno di terapia riabilitativa intensiva disabili di via Sbricoli a Roma, uno dei centri gestiti dal Consorzio Ri.Rei. per verificare di persona le
condizioni in cui sono tenuti i loro figli, visto che normalmente nella struttura non si può entrare senza una richiesta motivata.
“Ci siamo trovati di fronte una situazione allucinante – spiegano CasaPound Italia e Agud – Una trentina di ragazzi buttati là, completamente abbandonati a loro stessi, in una struttura che viene
sovvenzionata dalla Regione Lazio per fare una ‘riabilitazione intensiva’. E’ una vergogna di fronte alla quale non si può tacere oltre. Le istituzioni, Regione in testa, devono intervenire, e con urgenza, per estromettere dalla gestione di questi centri chi non è in grado non solo di fornire la prestazione per cui viene pagato ma nemmeno di trattare con un minimo di rispetto i disabili e le loro famiglie”.

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