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Una storia tutta italiana

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Madia, Madia, per distratta che tu sia

Qualcuno ricorderà l’imitazione di Walter Veltroni da parte di Corrado Guzzanti in cui l’allora leader del Pd vagliava le possibili candidature, passando in rassegna i nomi di Paola e Chiara, i Fichi d’India, Leonardo Di Caprio, Topo Gigio eccetera. Il nuovo ministro della Semplificazione e della Pubblica amministrazione Marianna Madia, da perfetta creazione veltroniana, si è calata troppo nella parte e, contatta a caldo da Repubblica dopo la sua nomina, ha risposto: “Non ho seguito i commenti politici, stavo guardando Peppa Pig”. Tipico del personaggio, che sembra sempre appena caduta dalle nuvole.
Un po’ come quando, qualche settimana fa, in qualità di neoresponsabile per il lavoro del Pd, chiese un incontro al ministero dello Sviluppo Economico. L’ormai ex titolare del dicastero, Flavio Zanonato, ascoltò diligentemente le sue ricette per sconfiggere la disoccupazione giovanile, per poi spiegarle paternamente: “Cara Marianna. Sono contento del vigore e dell’entusiasmo con il quale mi chiedi supporto. Ma di questo avresti dovuto parlare con il collega ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. Il suo ministero è dall’altra parte della strada. Hai sbagliato indirizzo”.
Svampita sì, sprovveduta no. Qualche tempo fa la direttrice di YouDem Chiara Geloni la accusò di veleggiare fra le correnti del partito con opportunistica disinvoltura. Madia, infatti, è stata prima veltroniana, poi bersaniana, poi vicina ai giovani turchi, poi civatiana e infine renziana. “Temo di doverti avvertire che cambiamento significa un’altra cosa da cambiare idea senza spiegare mai perché”, scrisse la Geloni. Apriti cielo. Ben ventisei deputate del Pd firmarono addirittura un comunicato stampa in favore della giovane. Che, evidentemente, è appunto giovane (trentatré anni) ma già bella blindata nel partito. Che c’entri qualcosa la sua relazione – sembra ormai finita – con Giulio Napolitano, figlio di Re GiorgioLa fama da raccomandata la insegue ormai da anni, ma Madia ha sempre cercato di seminarla. In realtà sarebbe tutto frutto di una serie di incredibili coincidenze alla Forrest Gump che, par di capire, potrebbero capitare a ciascuno di noi. Al Corriere della Sera che la intervistava a riguardo spiegò tutto nel dettaglio. Il feeling con Veltroni? Un caso: “Walter partecipò al funerale di mio padre Stefano. Sostiene di essere rimasto colpito dal piccolo discorso che feci alla fine, ma io nemmeno ricordo di aver parlato… […] Poi Walter mi convoca al Loft. E mi spiega che pensa a me, per una candidatura importante. Dice che mi stima”.
L’assunzione ad Arel, il centro studi di Enrico Letta? Una casuale botta di fortuna: “Sto preparando la tesi e mi dicono che c’è una conferenza in cui s’affrontano proprio i miei argomenti. Così, vado. E lì, tra gli altri, ascolto Enrico Letta. Mi entusiasma. Glielo dico e gli racconto della mia tesi. Lui, un po’ annoiato, mi invita a una roba organizzata, tre giorni dopo, appunto da Arel […] Porto un curriculum. Ma siccome non so cosa metterci, scrivo: ‘Laurea con lode prevista per il prossimo 26 marzo 2004’… Quelli restano basiti. E, un mese dopo, mi chiamano: se davvero ha preso la lode, c’è uno stage per lei”.
L’incontro con l’ex Presidente Cossiga? Una fortunata casualità: “Avendo in comune il fisioterapista, mi ha scritto una lettera sul quotidiano Il Tempo, in cui mi invitava a lasciar perdere con la politica e a sposarmi e fare figli. Così l’ho chiamato e lui mi ha invitato a casa sua, per un the. Occasione per scoprire che era amico del mio nonno materno, Normanno Messina, un giornalista”.
Del resto la vita è così: vai a fare la spesa e incontri Obama al banco della carne, incroci in palestra Murdoch e ti regala un programma della Fox, Putin ti chiama perché ha sbagliato numero e il giorno dopo ti ritrovi governatore del Daghestan. Non chiamatela raccomandata: Marianna Madia è solo una splendida favola italiana.

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