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Una voce libera

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osa andare controcorrente e a descrivere la Siria senza il filtro orwelliano ed ecco con quale linguaggio il quotidiano dei grandi gruppi internazionali la discredita

Il difensore di un regime che, con la sua sanguinosa repressione del dissenso, ha determinato la sospensione di Damasco dalla Lega Araba, si chiama Stefano Bonilauri e collabora con una casa editrice italiana, vicina alla destra radicale, nota per la sua produzione antiebraica e negazionista. Firma, infatti, una controversa collana di libri, “Gladio e Martello”, che ha dato alle stampe, tra gli altri, “Questione ebraica e socialismo reale”, uno dei testi più virulentemente antiebraici mai pubblicati negli ultimi anni nel nostro Paese (già oggetto di analisi da parte dell’Osservatorio sul pregiudizio antiebraico del CDEC di Milano).
In Siria è stato inviato per conto del “Coordinamento Progetto Eurasia” 1 (CPE), una controversa organizzazione che  –  come recita il sito, ricco di contenuti antisemiti , attacchi ad Israele e anche al ‘dogma olocausticò secondo la peggiore tradizione negazionista  –  raccoglie associazioni e persone, “che hanno compreso come la crisi finanziaria, sociale, economica e militare attraversata dal colosso statunitense costituisca l’occasione storica per la nascita di un mondo in cui l’Europa, affiancandosi ai grandi spazi geopolitici nei quali si articola il Continente eurasiatico, potrà finalmente recuperare la propria indipendenza”. Dietro al cosiddetto “progetto Eurasia” c’è l’idea di una nuova entità, libera dal “dominio americano e israeliano”, e il cui cuore “sarà rappresentato da Iran, Russia e Turchia”. 
Bonilauri, accompagnato da un altro membro dell’organizzazione, scrive di essere arrivato in Siria il 30 ottobre e di esservi rimasto per cinque giorni. In quel periodo, i media riferivano di almeno 25 manifestanti uccisi, mentre il presidente-dittatore minacciava che un’azione dell’Occidente avrebbe provocato “un terremoto”  e avrebbe messo “a fuoco la regione” 2. Ma agli occhi dell’inviato dell’organizzazione italiana la realtà disegnata dai media internazionali è manipolata dagli “Stati Uniti e da Israele” e i manifestanti contro il regime sono in realtà diretti e controllati dall’Occidente. La cronaca della sua visita al Paese sembra essere il frutto di un approccio fazioso che, in nessun modo, tiene conto delle ripetute denunce delle associazioni che si battono per i diritti umani (secondo il “Damascus center for human rights” sarebbero 4mila le vittime della repressione siriana dall’inizio delle proteste contro il regime di Assad, e altre 13mila persone sono state arrestate). “Nella capitale Damasco i due inviati del CPE hanno constatato un’assoluta tranquillità, pace sociale e grande sostegno popolare al Presidente Bashar al-Assad, l’assoluta concordia tra le diverse etnie e religioni presenti con i loro edifici religiosi costruiti uno di fianco all’altro”, si legge sul sito dell’organizzazione. Una visione che è stata naturalmente confermata anche nel corso di colloqui con i rappresentanti del regime siriano, come il vice ministro degli Esteri, al quale l’italiano “ha manifestato le sue preoccupazioni per le manovre di destabilizzazione atlantiste”.
Ma il momento in cui la propaganda pro-Assad del nostro connazionale, ossessionato da una non meglio precisata lobby ebraica e americana, raggiunge il suo picco, è durante un dibattito televisivo e nel corso di una manifestazione che si è tenuta a Tartus, con “un milione di persone”. Salito sul palco e aiutato da un traduttore  –  come mostra il video 3, in cui la sua voce sembra essere stata doppiata  –  Bonilauri cerca di spiegare alla folla che “l’informazione italiana è controllata dagli Stati Uniti d’America e da Israele”. E poi promette: “Ma noi cercheremo di portare la verità del popolo siriano in tutte le case degli italiani”. Al collo ha appesa una fascia con i colori della bandiera siriana. Gli stessi concetti saranno espressi in un dibattito televisivo 4 andato in onda su un’emittente locale. “Siamo venuti qui nel Paese  –  spiega al conduttore – a verificare direttamente se la situazione corrisponde a ciò che raccontano i media occidentali nei nostri Paesi”. L’esito di questa verifica è irrealistico quanto le precedenti affermazioni: “Girando da solo, ho visto una città tranquilla, e non ho avuto nessun problema: anzi, è una città molto meno pericolosa delle nostre città italiane. I nostri governanti sono molto meno tolleranti del governo siriano”. Per Bonilauri, l’informazione occidentale non sarebbe libera: “L’Occidente è controllato militarmente dall’America: solo in Italia abbiamo più di 130 basi degli americani e della Nato. Ciò rende impossibile una informazione indipendente. Qualsiasi tg e gruppo editoriale deve comunque fare riferimento alla lobby sionista e americana. Chi non fa parte di queste lobby non può accedere all’informazione pubblica nazionale e non può andare in tv”. Da qui la conclusione che “l’Occidente non è indipendente come lo è la Siria”. Per liberarsi dal dominio americano e israeliano è necessario “collaborare con Paesi non allineati all’impero americano: Russia, Cina e paesi dell’America Latina”. Nel corso della visita in Siria, l’esponente del CPE ha anche incontrato  alcuni militari feriti negli scontri “con le forze reazionarie islamiste dirette dall’Occidente”: “Tutti i soldati, nonostante le precarie condizioni di salute, hanno dimostrato non solo consapevolezza del complotto ordito ai danni del proprio paese ma hanno manifestato la loro volontà di difendere la Siria e di tornare operativi quanto prima”. Prima di Al Assad, il CPE aveva difeso Gheddafi, visto che, si disse, “l’operazione della Nato contro la Libia, è stata ideologicamente giustificata con la retorica dei diritti umani e della democrazia”. 
Attivi anche in ambito universitario, gli esponenti del CPE, coltivano legami con la rivista “Eurasia”, che vanta, tra i suoi redattori, autori negazionisti e antisemiti. Lo scorso mese di giugno fece discutere un convegno, patrocinato dalla stessa rivista, a Reggio Emilia, dal titolo “Stati non allineati e sionismo”: a moderarlo era stato chiamato un esponente del PRC. Questi venne però sospeso dal partito per aver dato la disponibilità a prender parte al convegno insieme a figure legate notoriamente al negazionismo, insieme ad una casa editrice di estrema destra. Prossimo appuntamento promosso dallo stesso gruppo di persone che anima le attività del CPE, un presidio, il 26 novembre, a Napoli, nei pressi della base Nato di Bagnoli, per chiedere “la fine di qualsiasi tipo di sostegno dell’Italia alle azioni terroristiche in Siria e ai tentativi di destabilizzazione del Paese da parte della Nato”.
 

 

 

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