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Vaghe stelle dell’orso

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L’invasione dell’Ucraìna è il tentativo disperato per impedire la bancarotta di un sistema socioeconomico mafioso?

La Cina sorride alla Russia e ne comprende le ragioni.
Così tanto che ha rifiutato di garantire il Rublo mediante lo Yuan e che ieri l’agenzia Reuters ha annunciato che Pechino non intende aumentare importazioni di gas o petrolio da parte russa, tant’è che, se gli occidentali praticheranno l’embargo, Mosca rischia realmente il default.
Fin qui nulla di strano. Solo quelli che giocano un fantasy pseudo tolkeniano hanno potuto pensare a un’alleanza organica tra Cina e Russia, o peggio ancora tra tutto l’Est e il Terzo Mondo contro l’Occidente che considerano frettolosamente unito.
La verità è che Putin è in difficoltà non solo militarmente ed economicamente ma anche politicamente e che l’invasione dell’Ucraìna, che vi abbia influito o meno la trappola di un vagheggiato e mai consumato colpo di Stato a Kiev, sa sempre più di un cul de sac e di una manovra disperata.

Quel che resta del Soviet
La disperazione dell’impresa trasuda ampiamente dal recupero della propaganda sovietica che viene ripetuta sulle televisioni russe dai portaparola del Cremlino.
Le bandiere rosse sui carri armati e issate, le poche volte che conquistano qualche cittadina, sui pennoni dei municipi, i richiami a parole d’ordine del 1945, il copia-incolla dei discorsi genocidi di Elja Ehrenburg, danno la cifra di tutto ciò.
Del sistema sovietico è rimasto molto del peggio, non di certo l’ideologia e men che meno il contratto sociale, visto che non c’è più l’obbligo di dare casa e lavoro a tutti e che la casta mafiosa emersa dal Kgb degli oligarchi che vendono le risorse russe eludendo il pagamento delle tasse al loro stesso governo, ha ampia libertà di manovra nei mercati internazionalizzati. Si scatena in  speculazioni e in corruzioni insieme ai suoi compagni di merenda, americani, inglesi e di tante estrazioni, in buona misura, chissà perché, siciliana.

Il nemico che si deve uccidere
Il mito mobilizzatore della denazificazione e dell’orgoglio dell’Urss serve a tenere compatte le masse. Intendiamo con ciò le masse delle città acculturate. Per il resto la truppa che viene trascinata in Ucraìna dal profondo delle terre asiatiche, oggi come allora, è lanciata contro un nemico che crede voglia rubar loro le terre e le vacche ed ha in cambio la licenza di saccheggio, di stupro, di tortura e di massacro. Idem come prima.
Si può passare il proprio inutile tempo a discutere i video delle propagande incrociate fingendo di non sapere che i settori di propaganda sono comunque artificiali e volendo ignorare che la realtà è molto peggio di quella che si fa vedere da Bucha. Chiacchierino pure e si nascondano dietro un dito, ma gli orrori di oggi sono quelli di allora e quel poco che mi è stato raccontato da gente sconvolta nemmeno lo voglio scrivere. Che si possa anche solo dubitare che quel genere di truppa, con quella propaganda che parla di punire e uccidere e che nega l’esistenza stessa della nazione invasa, compia secmpi inenarrabili, è un insulto al solo neurone di chi lo sostiene. E se uno ne ha due è un insulto che da solo muove alla sua perduta dignità.

Dati impietosi
Perché Putin si è ridotto a questo? Ovvero a non limitarsi ad accettare il ruolo di gendarme anti-europeo ad est, sul Mediterraneo e nel Sahel, in combutta oggettiva, e probabimente anche concordata, con Washington, ma andando oltre e cadendo così in una situazione di difficile uscita, proprio come prevedeva l’intelligence indiana lo scorso dicembre?
Perché le cose in Russia vanno male.
I grafici della World Bank, di Rostat, dell’IMF coincidono nell’esprimere le cifre del World Happiness Report del 2021 che attestano che nell’ultimo decennio le condizioni di vita in Russia sono precipitate rovinosamente, con un trend senza pari e senza punto d’arresto in vista.
Per una mafia di potere che spoglia la propria gente e si piazza alle vette dei multimiliardari mondiali, ma che in un intero subcontinente di infinite etnie, con un potere nucelare e satellitare di primo peso e con materie prime quasi inesauribili, ha lo stesso pil della Spagna, la razzia delle materie prime ucraìne più l’entusiasmo neo-imperialista possono assicurare tenuta interna e respiro economico.

Gran difficoltà
Putin ha fatto il passo più lungo della gamba? È probabile perché le materie prime dell’Ucraìna non è ancora riuscito a razziarle e se tiene coeso il suo popolo con la guerra patriottica – quella stessa che intanto viene combattuta con odio subumano e con ferocia bestiale – le sue mire di potenza internazionale stanno subendo colpi. La Cina non accetta di elevare Mosca ad un livello più alto negli equilibri mondiali e lo stesso ruolo di gendarme d’Europa per conto americano rischia di subire contraccolpi se la situazione, incarognita, s’impantana. E in quel ruolo oltretutto diventa sempre più difficile per la Russia il confronto con la Turchia.
Il tradimento dell’intesa gran continentale e la guerra genocida a un popolo di cui si nega la stessa esistenza, oltre ad essere ignobili di per sé, tradiscono una debolezza intrinseca che viene da lontano.

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