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Vai così che facciamo finalmente l’Europa!

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La guerra dei dazi con gli Usa: raccogliere la sfida!

Rispondere colpo su colpo alla guerra commerciale con la Ue: con un tweet lanciato oggi il presidente degli Stati Uniti minaccia di estendere le barriere all’import dall’altra sponda dell’Atlantico anche alle auto provenienti dall’Europa; nei giorni scorsi aveva annunciato l’introduzione di dazi sull’acciaio e l’alluminio provenienti da fuori dei confini Usa. «Se gli Stati dell’Ue vogliono ulteriormente aumentare le loro già alte tariffe e barriere contro le società Usa che fanno affari li, noi applicheremo semplicemente tasse sulle loro auto che (al momento) liberamente si riversano negli Usa. Sono loro che rendono impossibile la vendita (in Europa) delle nostre auto e di altro. Grande squilibrio commerciale!». Questa la minaccia di ritorsioni che il presidente Usa Donald Trump ha lanciato alle rappresaglie Ue contro i nuovi dazi decisi dall’inquilino della Casa Bianca.
«Hanno approfittato di noi per anni»
In un secondo tweet il presidente americano sottolinea come «gli Stati Uniti hanno 800 miliardi di dollari l’anno di deficit commerciale a causa – scrive – dei nostri stupidi accordi e delle nostre stupide politiche. I nostri posti di lavoro e la nostra ricchezza vanno a finire in altri Paesi che si sono approfittati di noi per anni. Loro ridono – conclude Trump – su quanto sciocchi sono stati i nostri leader. Mai più!». Per il momento di tratta solo di annunci (e non sono nemmeno i primi) da parte del presidente americano ma è chiaro che la campagna commerciale contro i rivali economici è iniziata. Sui vantaggi che l’economia a stelle e strisce possa tratte da questa guerra a colpi di dazi i pareri degli esperti si dividono: c’è chi teme (tra questi il Fondo Monetario internazionale) che imporre l’uso di prodotti made in Usa a svantaggio di quelli provenienti da Asia o Europa (ma anche dal vicino Canada) possa tradursi in un aggravio di costi. Proprio su questo tema, Gary Cohn, ex banchiere di Goldman Sachs e oggi componente dello staff presidenziale, ha minacciato di dimettersi.
Calenda: dall’Europa reazione misurata
Per quanto riguarda l’Italia, l’export verso gli Stati Uniti nel 2016 ha superato la cifra record di 40 miliardi. La prima reazione è arrivata dal ministro per lo sviluppo economico Carlo Calenda. «La scelta di Trump di non escludere dai dazi l’Ue rischia di avere serie conseguenze che vanno ben oltre quelle economiche» ha scritto su twitter, come ormai è sua consuetudine, il rappresentante del governo ; secondo cui si tratta di «un’altra frattura in un Occidente già diviso e indebolito». L’Ue – afferma Calenda – deve avere una «reazione misurata per non innescare una guerra commerciale». In un altro tweet, Calenda evidenzia i «seri rischi di escalation derivanti dall’approccio non prevedibile della controparte».
Cina e Corea del Sud le più colpite
Ma le maggiori preoccupazioni arrivano dalla sponda asiatica, dove si trovano le economia che rischiano di essere investite per prime dall’ondata protezionistica annunciata da Trump. Le tariffe su acciaio e alluminio colpiranno la Cina e la Corea del Sud, in particolare le cui produzioni registrano già oggi un eccesso di offerta. A stupire, oltre alle implicazioni economiche della misura annunciata è il significato politico che le dovrebbe giustificare. Per la prima volta da oltre 30 anni, sottolineano sulla stampa Usa esperti come Chad Brown, del Peterson Institute for International Economics, la presidenza Usa ha citato esigenza di sicurezza nazionale a giustificazione di misure commerciali protezionistiche.

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