venerdì 19 Luglio 2024

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nel senso che abbiamo perso anche la sfida aerea

 

Aumentano i passeggeri ma diminuisce la quota di utilizzo dei vettori nazionali. E’ quanto emerge dall’analisi sul Trasporto aereo dell’Istat nella quale si legge che il movimento di aeromobili presso gli scali nazionali cresce dello 0,2% sull’anno precedente, dopo il +3% registrato nel 2010. Nonostante queste dinamiche positive – spiega l’Istat -, il livello del traffico aereo e’ ancora inferiore di oltre il 6% rispetto a quello del 2007, prima della crisi globale.
I passeggeri crescono del 6,4%; nel dettaglio, aumentano del 7,7% i passeggeri trasportati su voli di linea, con incrementi significativi sia per i voli nazionali (+6,9%) sia per quelli internazionali (+8,4%). Diminuiscono invece del 14,5% i passeggeri sui voli charter sia nel traffico internazionale (-14,9%) sia, in misura piu’ lieve, in quello nazionale (-7,6%).
Gli aeroporti che registrano i maggiori incrementi nel numero di passeggeri trasportati sono Venezia (oltre 1,7 milioni in piu’, pari al +25,3%), Roma-Fiumicino (circa 1,5 milioni, +4,0%), Milano-Linate (circa 769 mila, +9,3%), Bergamo (circa 750 mila, +9,8%) e Palermo (circa 627 mila, +14,5%).
Continua a diminuire la quota di utilizzo di vettori italiani da parte dei passeggeri in arrivo e in partenza dagli aeroporti della Penisola: tra il 2007 e il 2011 è scesa di 16 punti percentuali, dal 56 al 40%.
La percentuale di passeggeri che utilizza voli low cost è pari al 46%, ma scende al 28% se si considerano solo le linee aeree italiane.
L’Italia, con una quota del trasporto europeo pari al 9,6%, si colloca al quinto posto nell’Ue per numero di passeggeri trasportati, dopo Regno Unito (16,5%), Germania (14,5%), Spagna (13,5%) e Francia (10,9%).
L’aumento delle merci e posta trasportate, pari all’1,2% nel 2011, è il risultato di un incremento dei trasporti internazionali (+2,5%) e di una diminuzione di quelli nazionali (-7,5%).
I movimenti di merci per area geografica registrano un incremento da e verso il Nord America (+12,9%), il Sud America (+6,6%), l’Asia (+5,3%) e gli Altri paesi europei (+5%); risultano invece in diminuzione quelli da e verso il Centro-America (-17,5%), l’Africa (-14,1%) e l’Unione europea (-4,0%)

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