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Vù riciclà?

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Il governo facce da culo. Paralizza gli italiani e facilita le evasioni fiscali a mezzo del terzo mondo

Un freno per il turismo. Una trappola per i pensionati. Un macigno sui consumi. Un ostacolo per le polizze vita. Una discriminazione verso extracomunitari e altri Paesi europei. Ma soprattutto uno strumento inefficace nella lotta contro evasione e riciclaggio. Per tutti questi motivi, la soglia dei mille euro all’uso del contante «va ripensata senza pregiudizi e furori ideologici». E se possibile «riportata a 3 mila euro». Perché così com’è, rappresenta «una camicia di forza ai cittadini» e «frena la ripresa e la crescita in tutti i settori dell’economia».
La proposta, tutt’altro che una boutade estiva o elettorale, è serissima. E viene dal sottosegretario pdl allo Sviluppo economico, Simona Vicari, in accordo, pare, con il ministro pd Zanonato. Ma in decisa controtendenza. Visto che la Corte dei Conti ritiene proprio quel limite sin troppo alto («La gran parte delle transazioni che possono dare luogo all’occultamento dei ricavi si addensa al di sotto dei mille euro», sostiene il presidente Giampaolino).
E che anche l’Abi, l’associazione delle banche italiane, spinge per l’uso dei pagamenti elettronici «utili a contrastare in modo efficace il sommerso, pari a mezzo punto di Pil, secondo Bankitalia». Su questo, la Vicari si dice disponibile a ragionare: «È importante diffondere la moneta elettronica, io ci credo molto, ma la strada da seguire è quella di abbassare il costo delle commissioni bancarie per ampliare il suo utilizzo da parte di commercianti e piccoli artigiani».
Detto questo, però, la proposta è triplicare la soglia dei mille euro. «Sto lavorando per smussare le diverse posizioni sul tema nel governo, ma il ministro Zanonato è favorevole e ci muoviamo di comune accordo», spiega il sottosegretario.
«Qualcosa bisogna pur fare per rilanciare i consumi ed equipararci all’Europa. D’altronde non credo che alzare la soglia favorisca l’evasione, visto che questo strumento in un anno di vita non ha recuperato nulla, ma solo soffocato le piccole aziende. E poi la tracciabilità rimane anche con un tetto più alto».
Dal 2007 questa soglia è già cambiata cinque volte: fu portata da 12.500 a 5 mila euro nel 2007, poi ripristinata a 12.500 nel 2008, abbassata a 5 mila nel 2010 e 2.500 nel 2011 e, ancora nel 2011 dal Salva-Italia di Monti, a mille euro. «Ma Francia, Spagna e addirittura Grecia sono più su: 3 mila, 2.500 e 1.500 ciascuna», tuona la Vicari.
«E poi un extracomunitario può spendere fino a 15 mila euro in contanti, noi fino a mille. Discriminazione senza logica che favorisce, non ostacola, il riciclaggio. Mentre tantissimi pensionati sono stati costretti ad aprire un conto per avere la pensione. E gli alberghi sul confine, in Austria e Svizzera, ci rubano clienti, mettendo ovunque cartelli “qui si paga anche in contanti”. Senza pensare che gli italiani non possono comprare neanche una polizza vita senza usare carte o assegni». E poi nel 2011 «c’era una crisi di liquidità delle banche, si potevano capire i mille euro, ora bisogna sostenere i consumi».
Sul fronte fiscale, intanto, slitta al 12 novembre il termine entro cui gli operatori finanziari devono comunicare all’Agenzia delle entrate le spese effettuate con bancomat o carte sopra i 3.600 euro, relative al 2011 (lo “spesometro”). Mentre Equitalia, in una nota, fa sapere che la vendita delle prime case attualmente pignorate è sospesa, in attesa di capire come le norme sull’impignorabilità contenute nel decreto del Fare possano applicarsi a tutti i procedimenti in essere.
Confermata invece la retroattività per la regola delle 8 rate non pagate prima di decadere dalla rateizzazione (fino ad ora erano due), valida anche per i pagamenti rateali in corso.

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