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Zingari in Lombardia

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Censimento

La Lombardia sarà la prima regione d’Italia a censire rom, sinti e camminanti, così come chiesto a poche ore dall’insediamento del governo gialloverde il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Lo stabilisce una mozione, firmata dalla sola consigliera Silvia Sardone di Forza Italia, approvata ieri in Consiglio Regionale con 39 voti a favore, 31 contrari e un astenuto. Ora la mozione arriverà in Giunta per il voto. Il documento ha ottenuto subito il sostegno dell’assessore regionale alla Sicurezza, Riccardo De Corato di Fratelli d’Italia: «Solamente attraverso una mappatura degli insediamenti rom e sinti presenti in Lombardia è possibile attuare gli interventi più idonei a contrastare le situazioni di illegalità e degrado urbano e a garantire la civile convivenza», ha detto.
Lo scopo della mozione è quello di «definire il numero di rom, sinti e camminanti negli insediamenti regolari; definire il numero degli insediamenti al fine di attuare un maggior controllo della loro presenza sul territorio regionale e monitorare la frequenza scolastica obbligatoria dei minori presenti nei suddetti insediamenti». Perché, si legge nel documento, «i dati sulla presenza di queste persone non è definito ma elaborato attraverso stime e mai a livello regionale, il numero totale degli insediamenti in Lombardia non è determinato e molti sono irregolari». Inoltre, Forza Italia chiede che si «attuino politiche atte a ottenere la chiusura degli insediamenti irregolari» e che «si avvii un’indagine per comprendere le risorse economiche usate per la gestione dei campi regolari».
Dura la reazione del Partito Democratico che ha presentato in Consiglio Regionale un emendamento, proposto dalla consigliera Carmela Rozza, per chiedere che la Regione che desse ai comuni i soldi necessari per superare i campi rom. Ma la maggioranza ha respinto l’emendamento. «Questa è una mozione razzista, che chiede un censimento su base etnica mentre rifiuta di stanziare le risorse per superare e chiudere i campi. È pura ideologia, retriva e pericolosa, intrisa di demagogia. Sia chiaro che noi siamo per superare i campi, ma per farlo occorrono risorse e politiche ad hoc. Non è ciò che vogliono la Lega e ampie parti della maggioranza di centrodestra, che parlano di bambini e diritto all’istruzione ma, in fondo, a loro interessa unicamente la ruspa, purché non ne debbano pagare il carburante», ha spiegato Rozza.
Dal 2012 al 2018 a Milano sono stati chiusi dieci campi nomadi irregolari, da via Idro a via San Dionigi, nei quali risiedevano 960 persone. Al momento rimangono aperti solo quattro campi irregolari – quello di Montebisbino, quello di Vaiano Valle, quello di Bonfadini e quello di Cusago – ma sono tutti tenuti sotto osservazione: in totale sono 312 le persone che ci vivono. Nei campi regolari della città, invece, vivono 642 persone. Anche a Brescia la situazione è simile: qui sono solo tre i campi tenuti sotto controllo.

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