giovedì 18 Luglio 2024

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altTra Grillo e grillini odor di grilletti

PARMA – Altro che luna di miele, qui si rischia una partenza al fiele. Si increspano le acque attorno a Federico Pizzarotti, che, ancor prima di insediarsi sulla poltrona di primo cittadino di Parma, si ritrova invischiato in un’insidiosa polemica con i vertici del Movimento: il profeta Beppe Grillo e il suo braccio destro, eminenza grigia del grillismo e gran regista della comunicazione in rete, Gianroberto Casaleggio. Il bubbone scoppia all’improvviso, ma la pentola bolliva da mesi. Lo scontro, che nello specifico riguarda la persona a cui affidare il ruolo di direttore generale del Comune di Parma, è in realtà uno spaccato dei nodi irrisolti di un movimento stretto tra una leadership carismatica e l’esigenza d’autonomia di una struttura orizzontale basata sulla partecipazione. Una forbice che i successi elettorali e le responsabilità di governo tendono ad allargare. Tutto parte dalla figura di Valentino Tavolazzi, 62 anni, uno dei motori di M5S a Ferrara, consigliere comunale. Qualche mese fa Grillo l’ha espulso dal Movimento con l’accusa (dall’interessato smentita) di aver organizzato a Rimini un meeting che puntava a rifondare il soggetto grillino, ridimensionando il ruolo dello stesso fondatore. Una scomunica accolta con irritazione da una parte dei 5 stelle dell’Emilia Romagna, dove Tavolazzi gode di numerosi estimatori, a partire dai consiglieri regionali Giovanni Favia e Andrea De Franceschi. Ieri, spiazzando tutti, Grillo ha pubblicato sul suo blog una sorta di avviso pubblico di selezione, «per trovare una persona con esperienza per la carica a Parma di direttore generale: incensurato e non legato ai partiti». Una mossa da molti non condivisa, dato che la scelta del dg di un Comune rientra tra le prerogative del sindaco. Ma passi. Grillo si è poi scagliato contro Tavolazzi: «Ho saputo solo ieri dell’autocandidatura di Tavolazzi, a cui è stato inibito l’uso del simbolo del Movimento: una scelta impossibile, incompatibile e ingestibile politicamente».] PARMA – Altro che luna di miele, qui si rischia una partenza al fiele. Si increspano le acque attorno a Federico Pizzarotti, che, ancor prima di insediarsi sulla poltrona di primo cittadino di Parma, si ritrova invischiato in un’insidiosa polemica con i vertici del Movimento: il profeta Beppe Grillo e il suo braccio destro, eminenza grigia del grillismo e gran regista della comunicazione in rete, Gianroberto Casaleggio. Il bubbone scoppia all’improvviso, ma la pentola bolliva da mesi. Lo scontro, che nello specifico riguarda la persona a cui affidare il ruolo di direttore generale del Comune di Parma, è in realtà uno spaccato dei nodi irrisolti di un movimento stretto tra una leadership carismatica e l’esigenza d’autonomia di una struttura orizzontale basata sulla partecipazione. Una forbice che i successi elettorali e le responsabilità di governo tendono ad allargare.
Tutto parte dalla figura di Valentino Tavolazzi, 62 anni, uno dei motori di M5S a Ferrara, consigliere comunale. Qualche mese fa Grillo l’ha espulso dal Movimento con l’accusa (dall’interessato smentita) di aver organizzato a Rimini un meeting che puntava a rifondare il soggetto grillino, ridimensionando il ruolo dello stesso fondatore. Una scomunica accolta con irritazione da una parte dei 5 stelle dell’Emilia Romagna, dove Tavolazzi gode di numerosi estimatori, a partire dai consiglieri regionali Giovanni Favia e Andrea De Franceschi. Ieri, spiazzando tutti, Grillo ha pubblicato sul suo blog una sorta di avviso pubblico di selezione, «per trovare una persona con esperienza per la carica a Parma di direttore generale: incensurato e non legato ai partiti». Una mossa da molti non condivisa, dato che la scelta del dg di un Comune rientra tra le prerogative del sindaco. Ma passi. Grillo si è poi scagliato contro Tavolazzi: «Ho saputo solo ieri dell’autocandidatura di Tavolazzi, a cui è stato inibito l’uso del simbolo del Movimento: una scelta impossibile, incompatibile e ingestibile politicamente».

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