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A buon intenditor

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Perché la strage di Atene può essere replicata. Anche qui

Nel silenzio pressoché totale dei media, la strage di Atene è stata prontamente derubricata ad “atto terroristico” da mettere in relazione probabilmente con l’omicidio di un rapper antifascista avvenuto, sempre ad Atene, a fine settembre.
Ma questa versione di comodo non convince per nulla  e sottace  quelli che sono i tratti tipici di un attentato attentamente pianificato e meticolosamente eseguito.

Primo elemento: è difficile, anche andando a ritroso con la memoria agli anni Settanta, che si organizzi un’azione che richiede tempo , preparazione logistica e killer freddi e determinati, sull’onda emotiva di una rissa da bar iniziata per motivi calcistici, come quella che ha coinvolto il rapper ed il suo presunto assassino.
Che un gruppo armato professionale, si muova per tali motivi, è francamente ridicolo.

Secondo elemento : in Grecia dagli anni Settanta, operano alcuni gruppi terroristici di matrice anarchica e marxista-leninista ,che ogni tanto appaiono alla ribalta per uccidere poliziotti o magistrati, per poi scomparire inghiottiti dal nulla. Come insegna anche la storia italiana questi gruppi sono facilmente infiltrabili ed orientabili da chi ha il reale controllo della situazione: da questo o quel servizio o apparato poco importa , quel che conta è che nell’epoca del controllo totale è assai improbabile che un gruppo armato si possa muovere con tanta spregiudicatezza, senza che nessuno ne sappia qualcosa o ne controlli le mosse.

Ancora chi poteva sapere che alla sezione di Alba Dorata, dove si è consumato l’agguato, era stata ritirata la protezione della polizia proprio quel giorno, se non qualcuno “informato” ?
Anche l’arma utilizzata, una Zastava di fabbricazione serba mai impiegata in Grecia per altri attentati, ma proveniente da “ambienti militari” a quanto dice la polizia greca, lascia alquanto perplessi :e la dinamica  rimanda con la mente alla strage del 1978 di Acca Larentia, a Roma in cui persero la vita tre militanti dell’allora MSI.
Anche allora si colpì nel mucchio all’imbrunire ed allora il MSI era al suo minimo storico, in termini elettorali, e non poteva  di certo rappresentare una minaccia all’establishment del compromesso storico DC-PCI dell’epoca.
Anche in questo caso venne usata un’arma, la mitraglietta Skorpion, che aveva transitato per diverse mani, comprese quelle di un poliziotto che l’aveva acquistata da un famoso cantante morto recentemente, e ritrovata successivamente, in un covo delle BR.
Avvenne dopo due mesi il sequestro Moro con tutti i suoi ambigui risvolti , non ancora disvelati, ma che raccontano di commistioni tra servizi di diversi paesi e terroristi rossi, nella gestione e nell’esito fatale del rapimento Moro.

Una cosa appare chiara: certi apparati non hanno mai smesso di funzionare e certi collegamenti sono ancora saldi, tra servizi e alcuni ambienti terroristici di estrema sinistra, che oggi dispiegano nuovamente la loro ferocia assassina , questa volta in Grecia.
Perché questo avviene? Qual è il quadro di riferimento che spinge certe forze ad accelerare nuovamente azioni di carattere omicida, quando, si dirà, il quadro non è più quello degli anni Settanta, della Guerra Fredda ,espressione degli accordi di Yalta?
Destabilizzare per stabilizzare, si diceva una volta. Ebbene, il quadro europeo attuale, è sicuramente e paradossalmente più instabile di quello degli anni Settanta: sull’onda di una crisi provocata ad arte , i diktat dell’usura internazionale, sono sempre pià stringenti e molti governi europei, tra cui sicuramente quello greco, ma anche quello italiano, faticano a mantenere in piedi una situazione sociale sempre più esplosiva, con un peggioramento degli indici di povertà e della disoccupazione giovanile che rimandano al secondo dopoguerra.

Le soluzioni politiche imposte dal Fondo Monetario Internazionale e dall’UE , come in Grecia ed in Italia, sono diretta espressione dei poteri internazionali che hanno provocato la crisi e che ora a suon di tasse ed esproprio del lavoro e del risparmio, vogliono continuare a lucrare sugli interessi del debito sovrano.
In più è in gioco il Trattato di libero scambio tra USA ed Unione Europea, che omologherà definitivamente l’Unione Europea, alle esigenze commerciali Usa, limitando fortemente  la possibilità di un interscambio più stretto con la Russia di Putin.
Inoltre in diversi paesi europei la tentazione antieuropeista e “populista” sta trovando sempre più consensi nell’opinione pubblica.
Ora, cosa c’è di meglio in questo quadro in evoluzione e decisamente scivoloso che provocare caos, insicurezza ed un ritorno alla vecchia logica della contrapposizione violenta tra “opposti estremismi” che minaccerebbero l’ordine è la stabilità in Europa ?
Cosa c’è di meglio che  utilizzare come capro espiatorio i movimenti riconducibili ad una visione nazionalista e quindi da poter etichettare come “nemici del progresso” , del mercato e delle meravigliose sorti progressive del liberoscambismo, per gettarli sull’are sacrificale di una guerra da loro certamente non voluta, ma semmai subita ?

Non solo, la Storia degli anni Settanta, insegna anche che i primi a cadere sotto la falce assassina sono i fascisti ma che poi lo spettro dei potenziali bersagli si amplia fino a ricomprendere anche chi prende determinate scelte politiche che non sono graditi a certi circoli .
In conclusione, la Strage di Atene , che ha visto cadere due militanti nazionalisti greci, non appare come un gesto isolato ed irripetibile, destinato a riempire poche righe di giornale, ma un vero e proprio avvertimento per tutti, che certi poteri sono di nuovo intenzionati ad usare il terrorismo e l’omicidio politico per orientare , a loro modo, i destini di milioni di europei.

E per la cronaca ultimamente a concerti e incontri pubblici non si sono viste le forze dell’ordine.
A buon intenditore….

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