lunedì 14 Ottobre 2024

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Passata la tregua pasquale, i prezzi della benzina riprendono a salire.
La Q8 vola oltre 1,42 euro al litro. Stando alla consueta rilevazione della Staffetta Quotidiana, la Q8 ritocca la benzina di 1,5 centesimi portandola a 1,425 euro e il gasolio di 2 centesimi a 1,259 euro. Rialzi anche per Erg, che ha aumentato i prezzi di entrambi i prodotti di 1 centesimo portando la verde a 1,418 euro e il gasolio a 1,244 euro. Shell, infine, ha ritoccato all’insù di 0,2 centesimi il prezzo della verde, ora a 1,424 euro al litro, e di 0,5 centesimi quello del gasolio, a 1,254 euro al litro. Ferme tutte le altre compagnie, con Agip che non varia i listini dal 18 marzo.
I rialzi dei prezzi della benzina decisi oggi “determineranno, per il solo rientro dalle vacanze di Pasqua, una ‘sovrattassa’ aggiuntiva pari a 19 milioni di euro”, rileva il Codacons, che parla di “stangata sui poveri automobilisti tartassati”. “Come dimostrano i dati Istat resi noti nei giorni scorsi – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi – i continui rialzi della benzina hanno già innescato un meccanismo moltiplicativo sui prezzi, in particolare su tutta la merce trasportata su gomma e rischiano di scatenare pericolosissime aspettative di inflazione. Per questo il governo avrebbe dovuto dimostrare di non essere succube delle compagnie petrolifere, liberalizzando il settore, favorendo l’ingresso di nuovi competitori, come la grande distribuzione e le pompe bianche, favorendo la trasparenza dei prezzi”.
Per un’altra associazione dei consumatori, l’Adoc, la soluzione è nella riduzione delle accise sui carburanti: “Occorre abolire le accise introdotte per eventi eccezionali dal 1935 al 2004, e poi rese permanenti, per un taglio di 30 centesimi di euro sul prezzo al consumo di un litro di benzina – dichiara Carlo Pileri, presidente dell’Adoc – molte delle accise furono introdotte in seguito a eventi eccezionali e temporanei, come la guerra di Abissinia del 1935, il terremoto del Belice del 1968 o quello dell’Irpinia dell’80. Nonostante il cessare della situazione straordinaria, le tasse non sono state abolite. Con il risultato che oggi siamo costretti a pagare un balzello di 0,30 euro, Iva compresa, per situazioni che hanno avuto la loro fine anche 70 anni fa. Solo queste accise incidono sul costo finale delle benzina per il 21%. Tagliandole si otterrebbe un risparmio di circa 360 euro l’anno per automobilista”.

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