lunedì 16 Settembre 2024

Addio al padre di Tex

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altSe ne è andato anche Sergio Bonelli

Con Sergio Bonelli, morto oggi all’eta’ di 79 anni, se ne va l’uomo che ha reso popolare il fumetto italiano d’avventura. E’ stato lui a trasformare Tex, che era stato creato dal padre Gian Luigi, in un vero e proprio fenomeno di cultura pop, sicuramente il piu’ celebre dei personaggi del made in Italy fumettaro. Nato a Milano il 2 dicembre 1932, da una famiglia di cui hanno sempre fatto parte i fumetti – la madre, Tea, prese in mano le redini della casa editrice Audace nel dopoguerra – Bonelli era editore e sceneggiatore, dunque non disegnava, ma aveva una fantasia alla Sergio Leone, che, prima di girarli, immaginava i suoi film fotogramma per fotogramma. Un personaggio fuori dal comune, nemico della tecnologia, affezionato al bianco e nero, innamorato del Brasile e dell’Amazzonia dove amava compiere viaggi avventurosi che nutrivano la sua passione per la magia e per le usanze dei popoli di quelle terre lontane e che ispirarono Mister No, una sorta di suo alter ego la cui pubblicazione, nel 1975, segna il suo passaggio alla guida della casa editrice.
La sua prima creatura originale è Zagor, firmato nel 1961 con lo pseudonimo di Guido Nolitta, una sorta di difensore dei piu’ deboli del West, amico degli Indiani che pure gli avevano ucciso il padre, a sua volta spietato massacratore dei nativi d’America. Insieme a Tex e’, ancora oggi, una delle star delle casa editrice di famiglia. L’altra grande intuizione di Sergio Bonelli e’ stata quella di aprire le porte dei suoi albi a personaggi in linea con la fantascienza contemporanea: il primo caso e’ Martin Mystere, ‘il detective dell’impossibile’ cui seguira’ Natan Never, un’invenzione che si muove in un prossimo futuro alla Blade Runner. C’e’ poi il caso Dylan Dog, creazione di Tiziano Sclavi, un clamoroso successo editoriale e non solo, non per caso approdato anche al cinema.
Tra le sue creature anche, Julia la criminologa che somiglia ad Audrey Hepburn. Sergio Bonelli ha dato un contributo unico alla diffusione del fumetto italiano, mantenendo un approccio al suo lavoro che era una combinazione felice tra artigianato, creativita’ e genialita’ imprenditoriale che poggiava su una quasi infallibile capacita’ di nutrire la fantasia del pubblico. In un’intervista rilasciata appena pochi giorni fa (in onda domani alle 22.50 su Joi), Bonelli si raccontava cosi’: ”Io non sono mai stato bravo a disegnare e mi sono improvvisato editore pero’ ero gia’ un lettore accanito e appassionato. Ero gia’ in grado di distinguere tra un disegno e l’altro. Sapevo a memoria tutti i fumetti che uscivano nelle edicole. Mi sono lasciato prendere dalla passione per i fumetti. Quando vedevo in giro sceneggiatori e disegnatori bravi non sapevo resistere alla voglia di collaborare con questi talenti e allora mi prendevo la briga di mettere in cantiere una pubblicazione nuova”.
Su di un’intera generazione influì forse anche più di Evola.

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