Quarant’anni di silenzio su Piazza Fontana e su tutto il resto.
Quarant’anni fa, il 12 dicembre 1969, nella Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano veniva perpetrata la prima strage della “strategia della tensione”. Non si trattava di una primizia: lo stragismo in Italia aveva già colpito al cinema Diana a Milano e in via Rasella a Roma, in ambo i casi in nome dell’antifascismo. La lunga scia di sangue non si sarebbe arrestata presto, anzi. Nei dieci anni e mezzo che fecero sguito al masscaro prenatalizio milanese, ci furono altre quattro stragi a matrice “politica”, seguite, per tredici anni, da una sfilza di stragi mafiose. Quelle, per intenderci, su cui delira oggi Spatuzza.
La strategia della tensione fu una macabra mazurka cui parteciparono, come minimo da osservatori e da giocatori di poker quando non da assassini, oltre a quelli civili e militari italiani, i servizi segreti di diverse nazioni tanto “ostili” quanto “alleate”: cechi, tedeschi dell’est e dell’ovest, bulgari, russi, libici e francesi. Gli americani lasciarono fare; i principali giocatori, quelli strategici, furono l’Inghilterra e Israele. La posta principale, oltre allo smantellamento statale (ragion per cui è improprio definirle “stragi di Stato”, sammai andrebbero chiamate “stragi di apparati istituzionali”) fu la nostra espulsione dalla politica energetica e diplomatica dal Mediterraneo. Ed è la ragione per la quale i soli politici vittime di attentati furono Mattei, Moro e, forse, più tardi Craxi.
La stessa definizione di “strategia della tensione” data all’intera offensiva anti-italiana fu coniata dai suoi stessi registi: i servizi segreti britannici.
Sono quarant’anni che in Italia si continuano a ignorare ostentatamente tutte le innumerevoli tracce che conducono alle regie della guerra che si combatté, contro la nostra Nazione, sul nostro territorio nazionale. Ed è per questo che da quarant’anni non abbiamo alcuna verità. Tranne quelle stolide, banali e infondate dell’intellighenzia di sinistra che si crede furba, informata ed esperta e invece non è che uno dei principali elementi a sostegno delle indagini fuorvianti e destinate pertanto a perpetuare il nulla.