Succede anche questo. Mette la musica a tutto volume e spara alle vicine che chiedono di abbassarla.
«Volevo morire, avevo bevuto e preso delle pasticche. Poi ho sparato a quelle donne, ma non so perché». Domenico Matarazzo, 21 anni racconta la sua verità ai carabinieri, ma è come se facesse fatica ad uscire dal buio che ancora avvolge la sua mente. Ha sparato alle sue vicine, Grazia Crupi, 64 anni e Raffaella Sirena di 24, madre e figlia, somale, poi scappando ha ferito un’altra inquilina del palazzo, Cinzia Marani. Il giovane è accusato di duplice tentato omicidio.
Domenico è in casa da solo con il televisore acceso a tutto volume. Ha bevuto, una bottiglia di whisky e ha preso qualche pasticca, sono circa le 9. Il rumore del televisore è assordante, arriva fin dentro all’appartamento delle vicine Grazia e Raffaella. Le donne non ne possono più e Grazia decide di intervenire. Suona al campanello della famiglia Matarazzo, lei Domenico lo conosce bene, da sempre. Il giovane apre la porta e la donna gli dice di abbassare il volume. E qualcosa scatta nella mente di Domenico offuscata dall’alcol e da chissà quali fantasmi.
Il giovane è armato, ha due pistole semiautomatiche, che ha preso dalla vetrinetta delle armi del padre. Spara e colpisce Grazia al torace, al fegato, le sfiora un polmone e il braccio. Raffaella sente il rumore degli spari e corre a vedere cosa succede, si affaccia sulla soglia del suo appartamento, Domenico è lì, di fronte a lei, le spara. Un colpo in faccia che le trapassa lo zigomo. Il giovane scappa, nella fuga lungo le scale spara anche ad un’altra donna, la ferisce a una mano. Sale sulla Fiat Punto diretto verso il Raccordo. Lì dove viene bloccato da una pattuglia del 112. Domenico non ha nessuna reazione, nell’auto i carabinieri trovano una quarantina di colpi. «Volevo uccidermi», dice ai militari questo ragazzo dai capelli rossi, e con «dei problemi», come dicono i familiari di Grazia Crupi. Domenico Matarazzo è figlio di un commerciante di vestiti, ha un precedente penale di poco conto.
In via Monte Urano, alla borgata Fidene, arrivano i carabinieri della compagnia Montesacro, del Nucleo operativo di via In Selci e del Comando provinciale guidati dal colonnello Leonardo Alestra. Il racconto del giovane ha dei punti da chiarire. Per esempio, cosa succede di preciso in quella manciata di minuti che precedono il dramma? Domenico Matarazzo ha preso la Beretta 7,65 e l’altra pistola dalla vetrina (spaccata forse con un bicchiere) quando Grazia va a protestare per il rumore, oppure le armi le aveva prese già da prima, invaso dall’idea del suicidio? Gli inquirenti vogliono capire anche perché è scappato portandosi dietro tutti quei colpi. I carabinieri hanno sequestrato tre bossoli trovati sul pianerottolo, Domenico Matarazzo ha sparato 7-8 colpi. Nel suo appartamento al sesto piano c’erano bottiglie di birra vuote e un bottiglione di whisky.