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Antifaschistischer Schutzwall

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Casa Pound Italia ricorda come il muro volle essere e fu antifascista e antieuropeo

 

”Antifaschistischer Schutzwall. Muro di protezione antifascista. Così, nell’agosto del 1961, i burocrati stalinisti della Ddr chiamavano la barriera di filo spinato, ben presto sostituita da fortificazioni in cemento armato, destinata a separare la Berlino occupata (sì, occupata¦) dalle truppe occidentali da quella conquistata dai sovietici. L’antifascismo: era questa la motivazione ufficiale. Eppure nelle ipocrite rievocazioni del ventennale della caduta nessuno ne ha fatto menzione”. Lo scrive il responsabile cultura di CasaPound Italia, Adriano Scianca, in un articolo sull’Ideodromo, il laboratorio di ‘idee ad alta velocità dell’associazione presieduta da Gianluca Iannone (www.ideodromocasapound.org).

”C’è¨ poco da fare, viviamo in un’epoca meschina – prosegue Scianca – sono sempre i massacratori di ieri a spiegarti, oggi, quanto fossero brutti quei massacri, dicendoti che magari è pure colpa tua. Aguzzini che si riciclano moralisti: così, senza vergogna. Perché parliamoci chiaro: il Muro di Berlino era cosa loro. Non lo dicono, creano cortine fumogene parlando a casaccio di ‘libertà’ e ‘democrazia’. Tanto chi se ne frega, metà  degli spettatori della farsa non sanno nemmeno chi l’ha tirato su, questo maledetto Muro. E certo i media stanno bene attenti a non pronunciare quella parola (‘antifascismo’) che suona come il loro peccato originale, la loro eterna colpa”.”E allora – afferma il responsabile cultura di Cpi – diciamolo noi: il Muro di Berlino era antifascista. Per volontà  di chi l’ha costruito e per significato storico. E antifasciste erano le guardie che pattugliavano entrambi i lati della infame barriera, divise da un gioco delle parti attuato sulla pelle dell’Europa, ma unite nel sottomettere quest’ultima”.

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