Sono arrivati alle 16.30 nel villaggio di Kaw Hta, distretto di Nyaunglebin.
Non li chiameremo soldati, perché indegni di tale qualifica. Non si sono battuti contro un nemico
armato. Gli assassini del battaglione 369 hanno sparato soltanto su donne e bambini.
Hanno ucciso Naw La Pwey, 37 anni, Naw Paw Bo, una bimba di 5 anni, e Saw Hta Pla Htoo, di appena 5 mesi. Anche la madre dei piccoli, Naw Pah Lah, è stata colpita, ed ora viene soccorsa in un luogo nascosto della giungla, dove tutti gli abitanti del villaggio hanno cercato riparo. Le loro case sono in fiamme.
Mentre i loro sgherri massacrano civili inermi, i generali birmani si danno un gran daffare in cerca di legittimazione internazionale. Vorrebbero che le elezioni/farsa, promesse entro la fine del 2010, ottenessero il sostegno delle diplomazie. Ci saranno a breve incontri tra inviati dell’Unione Europea e rappresentanti del regime di Rangoon.
Ribadiamo che non è possibile trattare con chi colpisce donne e bambini. L’unico atto concreto che dovrebbe precedere ogni ipotesi di negoziato tra regime, organismi internazionali, forze di opposizione e gruppi etnici, è la cessazione da parte birmana di ogni attività bellica nelle aree
abitate dai popoli che reclamano autonomia.
L’Esercito di Liberazione Karen continuerà fino ad allora la sua lotta in difesa della popolazione, e ovviamente colpirà le truppe birmane e i partigiani collaborazionisti, spregevoli traditori del proprio popolo, ogniqualvolta se ne presenterà l’occasione.
In accordo con la Karen National Union, lanciamo un appello al Governo Italiano per una
decisa azione volta all’ottenimento di un cessate il fuoco effettivo nella regione Karen.