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Astensioni regionali

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Non indeboliscono il sistema ma vanno comunque interpretate 

Il sistema democratico è ingannevole per definizione oltre a non corrispondere che in porzione ridottissima alla gestione del potere.
Ergo: quand’anche votassero due persone su sessanta milioni d’italiani, tecnicamente cambierebbe quasi nulla.
Il sistema non è affatto a rischio. Lo sono, eventualmente, le carriere di molti esponenti della seconda generazione dei portaborse cresciuta dopo Tangentopoli.
Per costoro, da Renzi ad Alfano fino ai La Russa e agli Alemanno in versione refresh,  è un dato a dir poco imbarazzante il fatto che a stento un elettore su tre si sia presa la briga di partecipare alla farsa di presa per il culo accondiscendente e di autoipnosi e autocensura alla quale si è definitivamente ridotto il parlamentarismo nell’epoca in cui nessuno Stato è più sovrano e ancor più nessun Parlamento lo è.
Per fare gli aiutanti camerieri bisogna però mantenere un minimo di credibilità. Se sei elettori su dieci si rifiutano di essere complici della propria presa per il sedere e se oltre un terzo dei pochi che vi si prestano è perché s’illudono di dare un segnale in controtendenza (Lega, Cinque Stelle), vuol dire che è rimasto poco più del voto di clientela. Ancora un po’ di sonnambulismo e di riflessi pavloviani si è andato sommando all’illusione democratica dei pochi incazzati votanti e dei clienti  del consociativismo della partitocrazia e dell’associazionismo.
Il sistema non è a rischio; semmai il segnale è in qualche modo negativo perché la constatazione della buffonata si è tradotta in rassegnazione (“fate voi!”) e non in un radicamento di contropotere. Alba Dorata è ben lontana di qui.
In ogni caso tutta la sfilza delle facce sbiadite che da Pd, Sel, Ncd, FI siamo abituati a vedere sugli schermi sono in rischio rimozione e sostituzione. Parimenti i riciclati del come eravamo sono i netta difficoltà. Fratelli d’Italia ottiene, per esempio, un risultato ridicolo, con cifre storaciane perché non si possono ripresentare impunemente alcuni personaggi ché la gente non scorda facilmente e per quanto si possa disprezzarla, riflesso condizionato dei politici che diventa quasi una seconda natura, la gente un minimo di reattività emotiva ce l’ha.
Questa la chiave di lettura della commedia elettorale delle regionali suppletive.
Ne sentiremo poi altre, tutte retoriche, molte delle quali ci farà piacere dare per reali in modo da nutrire ancora illusioni.
Il vuoto e il vortice che si sono venuti a creare non hanno in sé nulla di sano o di rivoluzionario. Lo possono acquistare se si opera nella prospettiva di un Polo del Popolo.
Ma  con ben diversa mentalità e 
 ben altri criteri di quelli emersi fino ad oggi. Tutti.

 

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