Resta da vedere se la medicina non ucciderà il paziente. Quel che è certo è che la Grecia si prepara a una cura di austerità ancora più drastica di quanto annunciato in precedenza.
Le nuove misure sono state concordate con i creditori internazionali, ma il ministro delle finanze di Atene, in un intervento al Parlamento, ha precisato che i tagli non bastano e occorre fare di più.
“Il paese non può andare avanti senza l’approvazione di grandi riforme strutturali. Finora le abbiamo ritardate, ma non si può continuare a chiudere gli occhi. Dobbiamo affrontare questo capitolo e portarlo a buon fine”.
Il quadro è degno di una tragedia classica. Il Fondo monetario internazionale prevede per la Grecia una crescita negativa del 5% nel 2011. La disoccupazione è arrivata al 16,5%, mentre il debito pubblico è pari al 157,7% del Prodotto interno lordo.
Per venire incontro ai desiderata di Fmi, Bce e Commissione europea, il governo ellenico ha annunciato nuovi tagli su stipendi e pensioni nel settore pubblico e la messa in mobilità di 30mila dipendenti statali.
La prossima settimana, Atene tornerà a fare il punto con i suoi creditori, nella speranza di convincerli a corrispondere la nuova tranche di aiuti senza la quale finirebbe insolvente. I greci intanto si aiutano come possono, anche tentando la fortuna.