Il comunicato dopo l’incontro romano di domenica all’Occidental Aran Park
Per l’intera giornata di domenica si è tenuto all’Aran Park Hotel il convegno dal titolo Orchestra Rossa organizzato dal Centro Studi Polaris sulla strage di Bologna e sulle altre stragi commesse in Italia.
Sono intervenuti i giornalisti Gabriele Marconi e Massimiliano Mazzanti, l’onorevole Frassinetti, il senatore Devecchis, l’avvocato Cutonilli, i fondatori e capi di Terza Posizione, Gabriele Adinolfi e Roberto Fiore, oggetti di false incriminazioni documentate da parte dei servizi segreti, e il giurista russo Mikhail Kuznetsov incaricato di coordinare il Tribunale Civile Internazionale cui gli organizzatori intendono affidare un processo al processo.
Il comun denominatore dei relatori è fornito dall’innocenza dell’estrema destra, dal coinvolgimento nelle stragi di formazioni di estrema sinistra, dalla copertura di cui queste hanno goduto da parte del deep state italiano e di cui continuano a usufruire malgrado gli schiaccianti colpi di scena giudiziari degli ultimi mesi.
A latere dell’etichetta “palestinese” con cui si definisce, non all’unanimità, la pista alternativa, sono emerse rivelazioni quali: la presenza costante sulla dorsale appenninica di una rete operativa della Stasi a guida trozkista; il ruolo di alcuni servizi segreti, come il Mossad, nella gestione delle formazioni guerrigliere dell’estrema sinistra; il ruolo strategico-terroristico tenuto in Francia dal Superclan e dalla Rete Curiel.
Si è posto l’accento sui depistaggi sulla strage di Bologna orditi dai servizi italiani alcune settimane prima che questa fosse consumata, ad opera degli stessi che erano stati coinvolti nell’operazione di liquidazione di Moro e di alcuni omicidi mafiosi eccellenti, quale quello di Piersanti Mattarella.
Riproponendosi di svolgere un’opera di controinformazione capillare a sostegno dell’annunciato processo al processo, i relatori hanno convenuto sul fatto che le rivelazioni e le perizie che hanno sconvolto il teorema della strage fascista hanno ormai capovolto di fatto i ruoli e che è giunto quindi il momento di accusare, non più di difendersi.