Telecom congela i tremilasettecento licenziamenti soltanto per un mese
Ritiro delle procedure di messa in mobilità per i 3.700 lavoratori in esubero e avvio di una trattativa che entro il 30 luglio dovrà affrontare il tema dello sviluppo industriale del gruppo e delle conseguenti ricadute sui livelli occupazionali. E’ questo l’accordo raggiunto fra Telecom, governo e sindacati, al termine di oltre tre ore di trattativa al ministro dello Sviluppo economico, presenti il ministro del lavoro Maurizio Sacconi, il viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani, l’ad di Telecom Franco Bernabè e Cgil, Cisl, Uil e Ugl.
Durante questi 15 giorni di negoziato Sacconi verificherà gli strumenti di protezione del redditto utili ad accompagnare i lavoratori eventualmente in esubero al pensionamento.
Telecom dunque ritira le procedure di messa in mobilità “per favorire una costruttiva conclusione dell’accordo” ma si riserva, come si legge nel comunicato finale dell’incontro, di riproporle al termine dei 15 giorni di trattativa “in assenza di sviluppi positivi del negoziato”.
“Sono state rititate le procedure di mobilità. Ora potrà partire un intenso negoziato sullo sviluppo industriale che affronterà nel merito il piano industriale ma senza il vizio di partenza di un atto unilaterale sugli esuberi”, ha osservato il ministro del lavoro Maurizio Sacconi. “Abbiamo 15 giorni di tempo per tirare le somme. L’obiettivo è un piano industriale condiviso e con un’adeguata protezione dei lavoratori eventualmente riconosciuti in esubero”, aggiunge sottolineando come il negoziato sia stato così “rimesso su binari che ci consentono di dire che si tratterà con il migliore interesse”.
Per l’amministratore delegato di Telecom Franco Bernabè, è stato raggiunto “un accordo soddisfacente per tutti. Sono ottimista che al termine del negoziato verrà realizzato un buon accordo”.
“E’ un risultato positivo con cui si è rimediato a un grave errore”, ha osservato il segretario confederale della Cgil Farbizio Solari. E il 30 luglio, ha precisato il segretario confederale della Uil Paolo Pirani “servirà a verificare non la chiusura del negoziato ma l’andamento del negoziato”.