Gus Gus ce l’ha fatta. Gus Gus non è un personaggio dei cartoni animati, ma è il soprannome (datogli dalla figlia) di Fabio Montani, classe 1959, un bolognese trasferitosi a Bergamo con i familiari, imprenditore nel settore dell’acciaio nella vita di tutti i giorni, ma pilota d’auto con il chiodo fisso dell’alta velocità . Così alta che, nel corso dello Speed Festival di Bonneville, la località dello Utah sul Grande Lago Salato che ogni anno ad agosto si trasforma in una sorta di Nashville del motorismo e dei tentativi di record, ha stabilito il nuovo primato della categoria degli Streamliner. I super car dotati di propulsori che non possono eccedere i 4 litri di cilindrata: 480,57 km/h, media calcolata su tre tentativi (ripetersi entro un preciso numero di ore è una delle regole della manifestazione, che prevede pure una serie di verifiche per certificare che il mezzo usato corrisponde ai parametri regolamentari), il migliore dei quali ha permesso a Montani di arrivare a 495,29 orari; il precedente limite, fissato da un inglese, era 460,520 km/h.
CINQUE CATEGORIE – – Elementi distintivi del record: E’ il primo, nella storia del festival di Bonneville (per la cronaca: 500 partecipanti, quest’anno, tra auto, moto, camion, auto d’epoca e mezzi strani; paghi 50 dollari e hai accesso alla settimana dei record), stabilito da un italiano; la vettura, per quanto particolare, ha le caratteristiche dell’auto normale, con motore aspirato e trasmissione: per intenderci, nella categoria superiore, quella Illimitata, competono solo cinque “sorelle maggiori”, le uniche al mondo in grado di superare le 400 miglia.
MADE IN BRIANZA – Il miracolo è stato costruito con un duro lavoro nella Brianza, a Birone di Biassono, a due passi dall’autodromo di Monza. «La cosa che mi sorprende maggiormente – racconta Montani al telefono – è che l’auto, nata in collaborazione con il Politecnico di Milano, con gli ingegneri Luca Piancastelli e Francesco Fusa, oltre che con Mario Villa, responsabile della costruzione in officina, ha centrato l’obiettivo al quinto “run” della sua vita». Per usare una metafora: appena uscita dalla culla, ha dimostrato di saper correre velocissima e senza problemi (in realtà, durante un test di prova, Montani si è messo di traverso sulla bianchissima distesa di Bonneville: ma ha azionato il paracadute e lo Streamliner si è raddrizzato). «E’ raro che non ci siano inconvenienti: questo prova la bontà del progetto e la qualità del lavoro svolto» dice il pilota. Il record omologato non conclude l’avventura degli italiani a Bonneville. C’è tempo fino a venerdì per provare a migliorarsi e, addirittura, ad attaccare il muro dei 500 orari: «Questa è una disciplina nella quale ci si innamora dei numeri – ride soddisfatto Montani -. E se agli americani importa solo il livello delle 300 miglia, per un europeo superare il muro dei 500 km/h ha un significato particolare. è per questo che non mi accontento».