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Crociata USA contro il pantalone calato

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Ma è tardi, tra poco ai cittadini americani caleranno anche le mutande…

NEW YORK – Un oscuro senatore afroamericano vuole riuscire dove neppure Barack Obama ce l’ha fatta: coprire le vergogne al popolo nero. “Ero in metropolitana e davanti a me c’era uno di questi ragazzoni con i pantaloni tirati giù che non solo scoprivano le mutande: scoprivano tutto il sedere, anche gli slip erano calati quasi fin lì… Sul vagone ci siamo guardati tutti con disgusto ma nessuno ha osato proferire una parola. Ho pensato che era il momento di dire basta”.

La campagna di Eric Adams è diventata un video che è già un successo su YouTube e un poster che spunta da tutti gli angoli del suo collegio, Brooklyn: “Solleva i tuoi pantaloni, rialza la tua immagine!”. Ma la crociata contro i jeans a vita bassa che dal rap, appunto, in giù, ha conquistato i giovani d’America e non solo, si è ritrovata adesso un involontario, tragico testimone in più. L’altro giorno, sempre a Brooklyn, un giovane gangster protagonista di una sparatoria per il controllo della droga è stato fermato in un inseguimento non dalla polizia: ma dai suoi stessi pantaloni. Mente fuggiva dagli agenti, lasciandosi dietro tre cadaveri, Hector Qinones è inciampato nei jeans e volato nel vuoto. Morto.

Il senatore scuote la testa. Lui, ex poliziotto, è convinto che “il modo di vestire è l’espressione di quello che siamo. Per questo la mia campagna vorrebbe rivolgersi soprattutto ai genitori: com’è possibile che abbiano permesso tutto questo? Basterebbe vedere come vestono i loro figli per capire chi frequentano”.

Il senatore vede il pantalone che scopre le mutande come l’ultima degenerazione dell’immagine del popolo nero: e infatti nel suo video compila una serie di stereotipi che dai ministrels in poi sono stati vergognosamente legati al popolo che viene dagli schiavi. “Solo che questa volta questa moda ce la siamo inventati noi. Ce la siamo inflitta da soli”.

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