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Derby vinto

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Reggina-Livorno assumeva un valore pittoresco, per via dei riferimenti memoriali e folclorici. Una sorta di derby tra diversi modelli di rivolta. Ha vinto il “boja chi molla” per due a uno

Nel 1921 a Livorno fu fondato il partito comunista. Tra i fondatori quel Bombacci che avrebbe aderito – da socialista rivoluzionario – alla RSI per combattere le plutocrazie e sarebbe morto il 28 aprile, assassinato dalle formazioni collaboranti con l’invasore. Durante la Repubblica si presentava a Mussolini e ad altri giovani leoni cantando con autoironia: “me ne frego di Bombacci e del sol dell’avvenir”. Non solo Bombacci e Bordiga (che fu un galantuomo) ma gente di altra pasta era presente nella città portuale che ancor oggi si picca di aver dato i natali al pci ed è orientata a al nostalgismo comunista. E che, ovviamente, ricorda più la gente di quell’altra pasta che non i succitati galantuomini.


Cinquant’anni più tardi la rivolta di Reggio Calabria. Il “boja chi molla” mise in luce le ambiguità del msi diviso tra doppiopetto servile e sanguigna protesta popolare, dimostrando come quest’ultima, che poi è la matrice storica e ideologica cui il msi pretendeva di rifarsi, fosse anche la più pagante (a Reggio la fiamma raggiunse la maggioranza assoluta, oltre il 50% dei suffragi).


Se Livorno continua ad essere il simbolo della memoria comunista, Reggio Calabria, in modo magari un po’ più sfumato, permane quella del neofascismo populista. Il fascismo essendo altra cosa ed avendo per simbolo vivente piuttosto la memoria di popolo.


Mercoledì 22 settembre, data equinoziale, ha avuto luogo un derby tra memorie, tra passioni di colori diversi.


Il neofascismo ha prevalso sul comunismo per 2 a 1.


Conta poco, è solo una simpatica nota di colore che, in ogni caso, non guasta.

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