Ossia DestraSinistraSionistaAnticomunista.Alla scuola dell’Odio con: “Ecco come e perché ho perso l’innocenza dell’ebrea perbene” di Fiamma Nirenstein, Giornalista Rai. Da una lettera ad al giornale “libero” del 2003.
Stufa del mio comportamento ribelle, la mia famiglia mi mandò in un Kibbutz dell’alta Galilea, Neot Mordechai. […] Quando scoppiò la guerra dei Sei giorni, Moshe Dayan parlò alla radio per darne l’annuncio. Chiesi ai miei camerati di Neot Mordechai che cosa volessero dire le sue parole. Mi risposero: “Shtuiot”, sciocchezze.
Durante la guerra portavo i bambini nei rifugi, scavavo trincee e mi addestravo in alcune semplici operazioni di autodifesa. Continuavamo a lavorare nell’orto, ma eravamo svelti a identificare i “mig” e i “mirage” che si inseguivano nel cielo sopra le alture del Golan.
Quando tornai in Italia, i miei compagni di scuola non mi accolsero bene: alcuni mi guardarono come se non fossi più la stessa di prima, ma un nemico, una persona malvagia che presto sarebbe diventata un’imperialista. Stava per avvenire un grande cambiamento nella mia vita: allora non lo sapevo ancora, perché pensavo semplicemente che Israele avesse giustamente vinto una guerra dopo essere stato assalito e aver subito un numero incredibile di provocazioni e maltrattamenti.
Ma presto mi accorsi che avevo perso l’innocenza dell’ebreo buono, di quell’ebreo speciale fatto secondo i loro desideri. Ora, in quanto ebrea, ero messa insieme con gli ebrei dello Stato di Israele, e lentamente, ma inesorabilmente, venivo esclusa da tutta quella nobile schiera di personaggi come Bob Dylan, Woody Allen, Singer, Roth, Shtetl e Freud che santificava il mio giudaismo agli occhi della sinistra.
Ho cercato per molto tempo di riconquistare quella santificazione, e la sinistra ha cercato di ridarmela, perché gli ebrei e la sinistra hanno disperatamente bisogno gli uni dell’altra. Ma ora, dopo che l’odierno antisemitismo ha calpestato qualsiasi buona intenzione, le cose si sono fatte chiare. In tutti questi anni, anche persone che, come me, hanno firmato petizioni per il ritiro dell’esercito israeliano dal Libano, sono diventate dei “fascisti inconsapevoli”, come mi ha scritto un lettore in una lettera piena di insulti. […]
La ragione di questi e di molti altri insulti e critiche mi è stata spiegata da uno scrittore israeliano molto famoso. Un paio di mesi fa, mentre stavamo parlando al telefono, mi ha detto: “Sei davvero diventata una persona di destra”. Cosa? Di destra? Io? Una vecchia femminista, attivista dei diritti umani, addirittura comunista in gioventù? Soltanto perché ho raccontato il conflitto arabo-israeliano nel modo più accurato che potevo, e perché talvolta mi sono identificata con i problemi di un paese continuamente attaccato dal terrorismo? E’ un fatto davvero interessante. Perché nel mondo contemporaneo, il mondo dei diritti umani, se una persona viene definita di destra, è il primo passo verso la sua delegittimazione.
Se sei un ebreo nato dopo l’olocausto impari subito un messaggio molto chiaro: il male, per gli ebrei, è sempre giunto dalla destra. […] Allo stesso tempo, la sinistra ha concesso la propria benedizione agli ebrei legittimandoli come la vittima “par excellence”, un alleato sempre fidato nella lotta per i diritti dei deboli contro i più forti. Come ricompensa per il sostegno offertogli, possibilità di pubblicare libri e girare film, nonché per la reputazione di artisti, intellettuali e giudici morali che gli veniva riconosciuta, gli ebrei, persino durante le persecuzioni antisemite dell’Unione Sovietica, hanno dato alla sinistra il proprio appoggio morale, invitandola a unirsi a loro nel pianto davanti ai monumenti dell’Olocausto.
Oggi il gioco è chiaramente terminato.
La sinistra si è dimostrata la vera culla dell’attuale antisemitismo. Quando parlo di antisemitismo, non mi riferisco alle legittime critiche rivolte contro lo Stato di Israele, bensì all’antisemitismo puro e semplice, talvolta accompagnato anche da critiche: criminalizzazione, stereotipi e menzogne specifiche e generiche, che