sabato 14 Dicembre 2024

È solo un vuoto schiamazzante

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L’altra sera in un talk show due tizi, uno di sinistra e uno di destra, si sono accapigliati volendo spiegare la ragione per la quale molti elettori dem hanno votato Trump.

Io mi chiedo: tu vai a un talk show a discutere su di un tema e non apri nemmeno il computer per informarti su quello di cui devi parlare!

Sarebbe stato sufficiente impiegare il tempo di una canzone, ovvero tre o quattro minuti, che è quanto serve per confrontare i dati delle presidenziali con le precedenti del 2020, per scoprire che dieci milioni di voti dem sono evaporati, non sono confluiti su Trump che ha mantenuto i suoi con un aumento insignificante.

Eppure in Italia c’è un dibattito acceso su qualcosa che non è.

La trappola del fuori gioco

Non è nuova: la gente parla senza informarsi mai. Tanti anni fa alla Domenica Sportiva commentarono un favoloso goal di Totti dicendo che avrebbe dovuto essere annullato per fuori gioco. Lo affermò il primo commentatore e lo ripeterono tutti. Poiché in fuori gioco aveva una mano e qualche reminiscenza del regolamento calcistico la posseggo, io non la pensavo così.

Ma fui il solo. I giornali del lunedì ripeterono la stessa convinzione (che mi pare proprio quanto accade oggi con tanti disorientati che sono acriticamente convinti che russi e americani si stiano facendo la guerra).

Il martedì una nota dell’Associazione Italiana Arbitri riportò esattamente la regola del fuori gioco e scoprii che avevo avuto ragione controcorrente.
Il fatto è che la gente prende posizione in modo disinvolto e distratto, e non solo nel calcio, ovviamente.

Sono diventati tutti superficiali, in stato di ipnosi continuativo, passivi e acritici. Il che non significa che non ululino, non insultino e non inveiscano: non ho detto non polemici, ma acritici, ovvero senza la capacità né la voglia di discernere, dal greco krino. (In latino cerno, da cui discernere).

Non si perde tempo a discernere

Il novantanove virgola novantanove per cento dei commenti sulle elezioni, sull’economia, sulla finanza, sulla “geopolitica”, questa parolina “magica” che ormai tutti mettono su qualsiasi cosa come gli americani fanno sui cibi con il ketchup, è sempre una sfilza di banalità qualunquiste, di affermazioni infondate, di credenze sceme in quello che è stato orecchiato qua e là.

Non ci si preoccupa mai di verificare le fonti, di addentrarsi nei dati, di controllare se una narrativa è credibile o se è la negazione della realtà.

Al massimo si determina a priori che una narrativa è per forza falsa se viene da questo o quel “male assoluto”. Perché a queste forme di imbecillità di derivazione veterotestamentaria siamo ormai ridotti nel cretinismo binario dell’epoca, a parlare di “male assoluto”!
I nostri antenati, se ci ascoltassero, vomiterebbero.

In fin dei conti non sono peggio degli altri

Tutta questa diffusa e condivisa cialtroneria impone che si deliri e che ci si accapigli sui deliri. Ecco perché le sue colpe, di sicuro enormi, il ghetto della destra terminale le ha, ma le condivide con un’umanità terminale.

E così si spiega come esistono tanti sciocchini che tifano Russia contro Usa, o viceversa, pretendendo che l’una o gli altri ci liberino e, cosa ancor più grottesca, che si combattano tra di loro.

Discernere, collegare, intelligere: come pretendere che possano ciò? Pare che l’epoca lo impedisca e forse, in questo, possiamo dar loro un’attenuante quando straparlano.

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