L’Europa delle Banche, della plutocrazia e dell’ egalitarismo in un ritratto di Ida Magli.
Si è cominciato con la moneta per due motivi principali: l’affermazione del potere di economisti e banchieri alla guida dell’Impero e al tempo stesso nascondere, sotto la propaganda di un più redditizio mercato, la strategia della perdita della sovranità e dell’indipendenza dei singoli Stati.
Per ingannare i cittadini sono stati inventati nomi falsi per le istituzioni dell’Impero. E’ stato chiamato “Parlamento” l’unico organismo cui i sudditi partecipano con le elezioni, ma è ovvio che non è un Parlamento in quanto esercita soltanto funzioni consultive e non possiede potere legislativo. Si tratta dunque di una istituzione deliberatamente volta a truffare i popoli ingannandoli anche attraverso la finta democrazia delle elezioni.
Si chiama “Commissione” l’istituzione dove siedono i governanti, in numero di 20 (venti) per tutti gli oltre 400 milioni di sudditi e che vengono nominati in base a segrete alchimie dei paesi che fino ad oggi hanno avuto un maggior potere nella costruzione dell’Impero (Francia, Germania, Inghilterra, Italia. L’Italia perché, come sempre da duemila anni governata da uomini pronti a consegnarla agli stranieri, è la nazione che ha spinto con furia distruttiva verso se stessa e verso le altre nazioni, nella strategia europeista).
Qualcuno dei nostri lettori si domanda che senso può avere un termine così generico come “Commissione”. Questo, cari Italiani: imbrogliarvi. La “Commissione” (lo ripeto: venti persone) insieme al “Consiglio”, formato dai Ministri dei singoli Stati aderenti all’Unione, ci governa, ci comanda, ci impone le migliaia di normative di cui non sappiamo nulla, o quasi; e adesso, giunti alla stretta finale: la firma della Costituzione che soppianterà quella Italiana (così come quelle degli altri Stati), si è armata del mandato di arresto europeo. Con questo non potremo più né protestare né tornare indietro.
La irreversibilità di tutte le decisioni europee è scritta già nel Trattato di Maastricht e, se i politici e i giornalisti non avessero impedito agli Italiani di capire quanto Maastricht fosse determinate, oggi non ci troveremmo sull’orlo dell’abisso: perdere l’indipendenza, la libertà, lo Stato.
So quanto sia spiacevole e inelegante riferirsi al proprio lavoro, ma, visto che io ho pubblicato nel 1996-97 un libro, volutamente intitolato Contro l’Europa, affinché nessun acquirente avesse dubbi sul suo contenuto, vi assicuro, cari Italiani, che lì tutte queste cose erano già spiegate e le conseguenze già previste. Ho messo in appendice anche alcuni stralci del Trattato di Maastricht, dato che ero sicura che nessuno ne avrebbe parlato. Nei due anni precedenti alla stesura del libro, avevo infatti supplicato politici e giornalisti perché informassero gli Italiani della gravità del passo che i governanti avevano deciso alle loro spalle, ma non ho ottenuto nulla. Ho scritto il libro per disperazione, proprio perché avevo tratto la conclusione, da tutti gli incontri che avevo avuto, che nessuno avrebbe parlato. Nessuno avrebbe parlato perché mai nella storia era stato predisposto dai governanti un piano così folle, così smisuratamente traditore come quello di abolire volontariamente i propri Stati, la indipendenza, la libertà, l’