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Giallo nel Baltico

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Mosca sospetta che l’Arctic Sea sia stata dirottata. Da chi?

     Le autorità di Mosca sospettano che la “Arctic Sea” possa essere stata dirottata. Forse dagli stessi misteriosi pirati che l’hanno abbordata il 24 luglio al largo della Svezia, in pieno Mar Baltico. Più cauti gli ambienti Nato per i quali sono ancora troppi i misteri legati alla scomparsa della nave.

I FATTI – Riassiumiamo i fatti. Il mercantile, con un equipaggio di 13 marinai russi e un carico di legno, lascia la Finlandia diretta in Algeria. Il 24 luglio è attaccata da un commando di uomini armati che si presentano come poliziotti svedesi. Restano a bordo 12 ore e poi – secondo la versione del comandante – se ne vanno. L’episodio, però, è denunciato dal capitano quasi una settimana dopo. Per quale motivo con tanto ritardo? Il cargo riprende la rotta verso sud. Il 28 luglio ha un contatto radio con la Guardia costiera di Dover (Gran Bretagna). All’1.29 del 30 luglio il transponder – che emette un segnale che identifica la nave e ne segnala i movimenti – viene spento. La “Arctic” è nel Golfo di Biscaglia. Da quel momento scompare.

L’ASSENZA DI DATI CERTI E LE TEORIE – Gli spagnoli negano che abbia attraversato lo stretto di Gibilterra, passaggio obbligato per raggiungere la meta prevista, Bejaia in Algeria. I russi mobilitano 4 unità militari che dal Mediterraneo si dirigono verso l’Atlantico e affidano l’indagine agli 007. In mancanza di dati certi corrono le teorie. La stampa inglese insiste sull’atto di pirateria. I banditi avrebbero costretto il comandante a dare false informazioni via radio e a spegnere il trasponder. Ma non è chiaro chi siano gli assalitori: gli stessi del Baltico rimasti a bordo o un’altra gang? Certo è che se fosse confermata la storia del dirottamento vorrebbe dire che corsari europei hanno deciso di imitare i “fratelli” somali. Altri osservatori non escludono, però, ipotesi diverse: dal traffico d’armi al contrabbando, dal naufragio alla truffa assicurativa.

I RISVOLTI AMMINISTRATIVI – A rendere più complicata la vicenda contribuiscono i risvolti amministrativi. La nave, 4700 tonnellate di stazza e lunga 98 metri, batte bandiera maltese ma è registrata da una società con il sito Internet in Russia e il telefono a Malta. Qui risponde una persona che si protegge dietro il “no comment”. La sicurezza è garantita da una ditta di Arcangelo (Russia) e le attività commerciali da una terza impresa, sembra russa – registrata in giugno – con sede in un quartiere lussuoso di Helsinki. Fonti finlandesi hanno precisato che l’ufficio è spartano: tre sedie, una scrivania, un computer, una cassaforte. Due dirigenti della società, raggiunti telefonicamente, si sono rifiutati di commentare la scomparsa della nave. Comportamenti che hanno suscitato perplessità negli ambienti marittimi scandinavi e preoccupazione tra i familiari dei marinai. In questa storia pare che tutti abbiano qualcosa da nascondere.

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