sabato 7 Settembre 2024

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Petrolio e gas naturale sono la principale ricchezza della Libia. Prima della rivolta contro il regime del colonnello, il paese aveva una produzione di petrolio tra le più stabili al mondo, con un milione e mezzo di barili al giorno.
Una forza e insieme una debolezza. Negli ultimi anni, l’economia libica è divenuta sempre più dipendente dalle esportazioni di petrolio.
Con 46,4 miliardi di barili, le riserve petrolifere della Libia rappresentano il 3% di quelle mondiali. Ma la Libia è anche il paese che ha le più grandi riserve auree dopo gli Stati Uniti: 143,8 tonnellate. Il prodotto interno lordo, nel 2010, ammontava a 60 miliardi di euro.
Gheddafi guidava l’economia del paese come quella di un’azienda di famiglia, attraverso una rete di veicoli finanziari gestiti da parenti o amici stretti. Molti degli investimenti libici all’estero sono stati congelati o sono in fase di scongelamento.
Il Fondo monetario internazionale stima a 108 miliardi di euro il loro valore complessivo. Molti di questi investimenti sono in Italia. Ma centrale, negli schemi del colonnello, era anche Londra, in quanto hub finanziario internazionale.
Solo a pensare ai costi italiani della primavera araba viene il capogiro ma il bello è che una volta caduti non ci rialzeremo più.

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