mercoledì 18 Settembre 2024

Il gas cipriota

Più letti

Global clowns

Note dalla Provenza

Colored

altSalta fuori quello che Polaris aveva preannunciato in aprile

S’inasprisce il confronto tra Turchia e Repubblica di Cipro sulle acque del Mediterraneo. Ankara ha inviato una nave per prospezioni petrolifere, scortata da imbarcazioni militari, non lontano da dove opera un’altra nave per conto del governo greco-cipriota. Contemporaneamente, anche Israele è impegnato nella ricerca di giacimenti di gas nella zona.
D’intesa con la Repubblica turco-cipriota che controlla la parte nord dell’isola, la Turchia insiste per un accordo internazionale preventivo e considera l’iniziativa greco-cipriota una provocazione, come conferma il vicepremier Bulent Arinc: “La Turchia non può starsene ferma a osservare quello che succede. Anche noi abbiamo interessi economici. Intendiamo esercitare il nostro diritto a cercare risorse petrolifere”.
L’imbarcazione turca Piri Reis è partita venerdì da Smirne, con la missione di esplorare la zona offshore oltre le acque territoriali di Cipro del nord.
Una missione che rischia di portare una tempesta non solo politica nella zona.
Le perlustrazioni volute da Ankara sono una risposta alla decisione della repubblica di Cipro, la parte greca dell’isola, di dare il via alle perforazioni nelle sue acque territoriali, per cui la compagnia texana Noble Energy ha avuto la concessione.
L’isola di Cipro è divisa dal 1974, quando la Turchia occupò la parte settentrionale, Ankara non riconosce che questa, la repubblica turca di Cipro del Nord e resta contraria,fintanto che l’isola è divisa, alle iniziative della sorellastra meridionale.
All’origine della scoperta c‘è Israele. È Tel Aviv che per prima ha individuato il giacimento sottomarino.
Nicosia ha iniziato le perlustrazioni subito dopo.
La posta in gioco è altissima, come spiega il direttore generale della Delex Energy, partner israeliano dell’americana Noble Energy.
“Si tratta del giacimento di gas naturale più importante scoperto nel mondo negli ultimi 10 anni.
Parlando di Israele diventa ancora più significativo perché potrebbe tradursi in un progetto di esportazione verso Europa e Asia”.
Nicosia ha siglato con Israele un accordo per delimitare le zone economiche esclusive tra i due Paesi; intesa che, se da un lato contribuisce a inasprire le relazioni dei due Paesi con la Turchia, permette allo stesso tempo di continuare a scandagliare il fondo.
Finalmente si parla di qualcosa di concreto. Qualcosa che il Centro Studi Polaris aveva preannunciato lo scorso aprile.

Ultime

Noi come i moscerini

In fin dei conti facciamo la stessa vita

Potrebbe interessarti anche