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Tempi Moderni
Coprifuoco PDF Stampa E-mail
Scritto da tgcom.it   
Martedì 26 Ottobre 2004 01:00

I minorenni non potranno uscire da soli dopo le 22 di sera, a volerlo un sindaco della provincia di Napoli. Pensa che il ritorno al coprifuoco possa far diminuire la criminalità e l'insofferenza giovanile; ma dimentica che sono i valori di una società sana e non certo i divieti a educare i giovani

"Dobbiamo sapere la sera i nostri figli dove sono. Non possiamo lasciare che ragazzini di 13, 14 anni girino per la città senza meta". Con questa motivazione il sindaco di Sant'Antonio Abate (Napoli), Gioacchino Alfano, ha deciso il coprifuoco per i minorenni. Dopo la maxirissa di sabato scorso nella quale cinque giovani si sono accoltellati, i ragazzi potranno restare in strada dopo le 22 solo in compagnia dei genitori.

"Non parliamo di coprifuoco - dice il sindaco - perché non è questo il senso della mia ordinanza. Il provvedimento che andròa firmare ha come obiettivo una maggiore attenzione nei confronti dei minori. Tenendo presente gli obblighi dei genitori, con gli assistenti sociali e la polizia municipale voglio che ci sia una maggiore attenzione per i giovani".

"Nell' ordinanza - ha proseguito Alfano, che è anche parlamentare di Forza Italia - che è indirizzata anche ai direttori didattici, ai presidi, in pratica sensibilizzo tutte le istituzioni a interessarsi attivamente dei giovani. Di chiedere cosa fanno la sera, dove vanno. Insomma di rendersi partecipi della vita di questi giovani. Dobbiamo evitare che questi ragazzini girino di sera senza meta ed evitare che si ripetano episodi come quelli di sabato. I ragazzi coinvolti nella rissa - ha spiegato - erano stati già segnalati. Io per primo, sabato sera, mi sono preoccupato in prima persona di parlare con loro. Il senso della mia ordinanzaè chiaro: sensibilizzare gli organi preposti".

Nell' ordinanza, viene sottolineato il ruolo delle famiglie. "La famigliaè il fulcro, il motore dell' educazione dei giovani. Con questa iniziativa - ha proseguito - vogliamo fare un'azione di prevenzione senza mettere in difficoltà il ruolo dei genitori. E' normale, però, che un ragazzino non puo' andare in giro da solo fino a notte fonda e che è necessario un controllo. Per questo i servizi sociali e tutte le istituzioni preposte dovranno fare il loro lavoro". "Anche io sono genitore - ha aggiunto il sindaco di S. Antonio Abate - Ho dei figli adolescenti e conosco perfettamente le difficoltà che si hanno nell' educare i figli, soprattutto quando si hanno impegni di lavoro".

Tra i punti del provvedimento c'è anche il divieto della vendita di coltelli, che riprende l'ordinanza prefettizia dell'agosto scorso, emessa dopo la morte di Fabio Nunneri, ucciso da una coltellata durante una lite per futili motivi. "Ero d'accordo con l' iniziativa del prefetto - ha aggiunto Alfano - e la ripropongo ora. Perché queste armi sono davvero pericolose".

 
Caro nemico PDF Stampa E-mail
Scritto da Gazzetta del Sud   
Martedì 26 Ottobre 2004 01:00

Con la copertura di un furto/beffa, gli americani forniscono 400 tonnellate di esplosivo alla resistenza irachena in modo che la guerriglia possa continuare e gli occupanti restare. Che coincidenza ! Proprio 2 giorni fa gli Usa si dicevano preoccupati per la pericolosità dell'esplosivo in possesso dei loro "nemici".

BAGDAD – Non sarà certamente la mancanza di materia prima a far cessare gli attentati dinamitardi in Irak: poco meno di quattrocento tonnellate di esplosivo ad alto potenziale - sufficienti per confezionare migliaia di autobombe e altri ordigni di morte come quelli che da mesi quotidianamente funestano l'Irak - sono state infatti rubate da un deposito di armi a circa 50 chilometri da Bagdad. Il clamoroso furto - che fa temere un'ulteriore escalation di attacchi da parte della guerriglia irachena e rappresenta un segnale molto negativo sulla capacità delle forze di occupazione di controllare la situazione - ha avuto conferma ufficiale, ieri mattina a Vienna, da parte dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea). A quanto ha riferito la portavoce Melissa Fleming, l'agenzia era stata informata fin dal 10 ottobre scorso dal governo iracheno che circa 380 tonnellate di esplosivo erano sparite dal deposito di al Qaqaa, rimasto del tutto incustodito malgrado che i militari statunitensi si fossero impegnati a sorvegliarlo. Dopo aver verificato la veridicità delle informazioni fornite dal ministero iracheno delle scienze e della tecnologia, l'Aiea ha allertato le forze della Coalizione in Irak, sperando così di poter recuperare almeno parte del materiale scomparso, ma questo a quanto pare non è accaduto: «Non sappiamo - ha ammesso la portavoce - che fine abbia fatto l'esplosivo». Il candidato democratico alla Casa Bianca, John Kerry, ha subito tratto spunto dall'episodio per attaccare il presidente George W. Bush. «Parla con toni duri - ha detto Kerry in un raduno elettorale nel New Hampshire - e si vanta di rendere l'America più forte, ma ha di nuovo fallito: dopo essere stato avvertito sui pericoli che questi stock di esplosivo rappresentavano, questo presidente non è riuscito a farli sorvegliare... Questo presidente e questa Amministrazione sono incredibilmente incompetenti». Secondo il New York Times, che per primo ha segnalato l'episodio, l'esplosivo rubato dal deposito di al Qaqaa era in gran parte del tipo Hmx e Rdx, utilizzabile per la demolizione di edifici, per testate di missili e la detonazione di armi nucleari. «Dissolvere l'esercito iracheno è stato un errore marchiano - afferma il direttore del Centro studi internazionali (CeSi) Andrea Mergelletti - perchè in questo modo si è creata nel paese una larga disponibilità di uomini e di mezzi per alimentare la guerriglia». Il deposito di al Qaqaa, che ora sembra completamente abbandonato, è molto noto ed è stato sottoposto più volte a ispezioni internazionali prima dell'intervento militare in Irak. Era stato messo sotto sorveglianza dall'Aiea perchè il materiale esplosivo che vi era conservato poteva - e può - anche essere utilizzato per la detonazione di armi nucleari. Si ignora, peraltro, quando l'esplosivo sia sparito dalla Santa Barbara di al Qaqaa: la portavoce dell'Aiea ha detto testualmente: «Non sappiamo quando sia stato rubato». Trasportare 400 tonnellate di materiale ha comunque richiesto un notevole spiegamento di uomini e mezzi. «È difficile pensare - osserva Mergelletti - che un simile quantitativo sia stato asportato tutto in una volta». Secondo l'esperto è invece assai probabile che l'esplosivo sia stato portato via prima della fine del conflitto, fin dall'aprile del 2003, dagli uomini dei servizi segreti di Saddam Hussein che in previsione dell'intervento armato americano avevano predisposto una rete di resistenza con basi e rifugi sicuri. Le forze americane sono riuscite rapidamente ad occupare l'Irak ma - come fa notare il presidente dell'Istituto affari internazionali (Iai), Stefano Silvestri - «i soldati della Coalizione internazionale erano e sono tuttora troppo pochi per sorvegliare tutti i siti sensibili».
 
Nell’era dell’individualismo PDF Stampa E-mail
Scritto da Ansa   
Venerdì 22 Ottobre 2004 01:00

Pensioni da fame: due settantenni non ce la fanno a finire il mese e arrotondano rubacchiando al supermercato. Il proprietario del locale anziché offrir loro un buono/sconto li denuncia…

ROMA, 21 OTT - Sorpresi a rubare in un negozio di alimentari, due coniugi 70enni si sono giustificati dicendo che la pensione non basta per vivere. La coppia, di Spoleto, aveva provato ad uscire da un supermercato con nascosti sotto gli abiti un etto di parmigiano, un pesce surgelato e una mozzarella (valore 17 euro). Quando il proprietario li ha bloccati hanno spiegato subito, con molto imbarazzo, le ragioni del loro gesto. L'uomo pero' ha chiamato il 113, denunciandoli.

 
Comanderà il mago di Oz PDF Stampa E-mail
Scritto da Ansa   
Venerdì 22 Ottobre 2004 01:00

L’immagine la fa sempre più da padrona. E, tramite l’immagine, trionfa il prestigiatore. A passi rapidi ci addentriamo sempre più nel labirinto dell’illusionismo

MILANO - Cellulari sempre piu' piccoli, palmari multifunzione, televisori grandi e piatti, videogiochi multidimensionali: la tecnologia fa passi da gigante, ma una cosa i produttori non possono trascurare, l'immagine. Questa almeno e' la sensazione che si ha girando tra i padiglioni dello Smau, il salone dell'innovazione tecnologica che ha aperto a Milano la sua 41/a edizione.
I telefonini, vero oggetto del desiderio di grandi e piccini, hanno forme sempre piu' piccole, ovaleggianti o squadrati, ad apertura o scorrimento: a guardare, se ne trovano davvero per tutti i gusti. Ma ci sono un paio di accessori che tutti richiedono quando si rivolgono al bancone 'telefonia': fotocamera integrata e display a colori.
Quindi il telefonino puo' essere piccolo quanto vuoi, al punto da ridurre i tasti e renderli adatti solo a dita affusolatissime: ma lo schermo diventa una piccola telecamera sul mondo, per scattare fotografie oppure anche per vedere, nei modelli piu' avanzati - e piu' costosi - trailer di film o video. Tutto scaricabile da Internet, ormai, come la musica.
L'importanza del video la conferma la presenza, allo Smau, di una nuova modalita' di video-telefonia per i computer: ci si dota di web cam, si scarica il programma, ed ecco apparire sullo schermo un telefonino su cui puoi digitare il numero e chiacchierare, guardando la sua faccia nel piccolo schermo virtuale. Il sistema di telefonia, che ora utilizza internet, in futuro dovrebbe arrivare ad utilizzare le linee telefoniche.
Visualizzare e' un must anche per i palmari, che rappresentano la versione professionale del telefonino e che quindi hanno un pubblico piu' elitario (anche se sempre meno), perche' piu' danaroso: si prediligono forme maneggevoli, ma capienti, cioe' ricche di contenuti, dall'agenda a Internet, dal database all'Mp3, abbastanza cioe', da tenere in tasca tutto l'ufficio. E magari anche un po' di svago.
Per televisioni e videogiochi, l'immagine significa forme pulite e sempre piu' realistiche. Per i televisori, in particolare, gli schermi si ampliano fino creano l'effetto cinema in salotto: ultrapiatti e a cristalli liquidi, rendono l'immagine perfetta al punto da renderla viva. Alcuni televisori sono persino dotati di una funzione, il DNie3, che ottimizza le immagini, ottenendo il meglio da ogni tipo di segnale, digitale o analogico.
I videogiochi, infine. Sempre piu' realistici nei disegni e nelle avventure, tendono a diventare un sistema di gioco completo: dal controller che prende il posto del joystick con un controllo analogico sensibile alla pressione; fino al gameboard per giocare comodamente seduti in poltrona o addirittura alle telecamerine per entrare nello schermo ed essere protagonisti dei propri giochi.

 
Poi toccherà ai pregiudicati, quindi a voi. PDF Stampa E-mail
Scritto da Corriere della sera   
Venerdì 22 Ottobre 2004 01:00

Inserito un microchip in seicento storioni lasciati in libertà per monitorarne la storia giorno per giorno. Apparentemente per ragioni nobili, ma l’inevitabile conclusione…

MILANO - Seicento storioni con qualcosa in più. Un microchip che ne monitorerà la storia giorno per giorno. Sono quelli liberati dall'Ersaf (Ente regionale per i servizi all'agricoltura e alle foreste della Lombardia) nelle acque dell'Adda a Formigara (Cremona), e nella lanca del Po a Spinadesco. Appartengono alla razza autoctona Cobice, hanno al massimo due anni di vita e misurano non più di 80 cm di lunghezza. PROGETTO - E' il secondo atto di un progetto che dura da oltre 10 anni, quello del ripopolamento dello storione nei fiumi lombardi, volto a reintrodurre questo antichissimo pesce, che esiste da oltre 200 milioni di anni ed ha un'aspettativa di vita di 60 anni. Ma delle cui abitudini di vita si sa ancora poco. «Nonostante viva da sempre a contatto con l'uomo - spiega Giovanni Arlati, veterinario e responsabile Ersaf del progetto relativo agli storioni - dello storione sono ancora ignote molte cose. I 600 esemplari liberati sono stati marcati con dei veri e propri trasponder posizionati tra la quarta e la quinta vertebra in grado di identificarli e di rivelarci dove sono andati. Nei prossimi anni ci sarà un monitoraggio per ritrovarli e sapere quindi dove sono andati e come sono cresciuti. Gli esemplari liberati sono stati anche geneticamente caratterizzati in modo da poter identificarli anche se il chip per qualche motivo non funzionasse più». Lo storione infatti anche se si riproduce in acque dolci vive solitamente in acque salmastre e quindi non è improbabile che tra qualche anno si scopra che raggiunga anche il mare aperto. Il progetto dell'Ersaf Lombardia in questi anni, già da prima del 1992, anno in cui l'Unione europea ha sancito la protezione assoluta di questo tipo di pesci, è quello di favorirne il ripopolamento con immissioni graduate e controllate.
«Abbiamo immesso nei fiumi lombardi in questi anni oltre 250.000 esemplari - spiega Arlati - ora per un periodo di 5-10 anni provvederemo al monitoraggio, per poi consentire in un futuro una pesca controllata di questi esemplari dalle carni particolarmente prelibate. Al momento però la loro pesca resta assolutamente vietata». L'obiettivo a più lungo termine è quello di riportare lo stato dei fiumi lombardi a quando non erano ancora stati contagiati dall'inquinamento e dagli sbarramenti. Quando anche a Torino un pescatore poteva lanciare la lenza dalla riva del Po e catturare questi straordinari pesci.

 
Quelli che sperano in Dio PDF Stampa E-mail
Scritto da Agr   
Venerdì 22 Ottobre 2004 01:00

Troppo vili per prender posizione, si affidano alla speranza che gli altri muoiano. In questo caso, Fidel

BRUXELLES - "Tutti stiamo aspettando la morte di Fidel Castro. E' l'unica soluzione per la democratizzazione di Cuba". Lo ha detto Loyola De Palacio, commissario Ue all'Energia e ai trasporti, durante un incontro informale con la stampa spagnola a Bruxelles. Poi ha aggiunto: "Non dico che lo uccidano, io non auguro la morte a nessuno. Ma ho dubbi che con lui in vita possa cambiare qualcosa a Cuba".

 
Impiccati al cordone ombelicale PDF Stampa E-mail
Scritto da Ansa   
Giovedì 21 Ottobre 2004 01:00

Gli italiani sono sempre più aggrappati alle gonnelle di mammà. Quasi sessant’anni di antifascismo ci hanno rigettato in un’era preromana

MILANO, 21 OTT - Per i milanesi il criterio di scelta della casa, in piu' del 50% dei casi, e' la vicinanza ai genitori. Lo rileva uno studio.Secondo una ricerca della Camera di Commercio, infatti, abbandonare il tetto materno non significa allontanarsi da papa' e mamma. Nel 40% dei casi il loro sostegno finanziario, stimato a Milano in due miliardi di euro l'anno, e' provvidenziale (oltre che a fondo perduto). Un aiuto che per 4 genitori su 10 e' frequente elargire anche dopo i 30 anni dei figli.

 
Benigni… PDF Stampa E-mail
Scritto da www.assodigitale.it   
Giovedì 21 Ottobre 2004 01:00

Cellulari: l'uso eccessivo del telefonino aumenta il rischio di tumori al nervo acustico

Una ricerca condotta dall'Istituto svedese di medicina ambientale (Imm) conferma che un utilizzo eccessivo del telefono cellulare, dopo dieci anni può aumentare il rischio di sviluppare tumori benigni al nervo acustico.
E' quanto emerge da una ricerca choc condotta dall¹Istituto svedese di medicina ambientale.
"Quando abbiamo preso in esame il lato della testa su cui viene di solito tenuto il telefono - ha precisato l'istituto in una nota - abbiamo scoperto che il rischio di neuroma acustico era quattro volte più alto rispetto al lato su cui non viene poggiato solitamente l'apparecchio".
Per i ricercatori però è ancora presto per reoccuparsi.
La ricerca, che ha preso in esame 750 persone, tra cui 150 con neuroma acustico, è stata condotta usando solo telefoni Tacs (vecchia generazione) e non è attendibile sui Gsm.
Inoltre deve essere confermata da altri studi - come hanno sottolineato all'Imm - prima di poter giungere a conclusioni.
I neuroma non sono letali, ma possono crescere fino a sviluppare una massa che preme sul cervello
Prima di giungere a conclusioni definitive, hanno spiegato inoltre gli specialisti dell¹Imm, si dovranno fare ulteriori accertamenti.
Nel frattempo utenti e produttori di cellulare tirano un sospiro di sollievo
 
Contreccezionale! PDF Stampa E-mail
Scritto da Ansa   
Giovedì 21 Ottobre 2004 01:00

Sms alle 15enni di Birmingham: ricordatevi di prendere la pillola.

LONDRA - Le quindicenni di Birmingham si vedranno recapitare un messaggio sul cellulare che recita cosi': ''Hai preso la pillola oggi?''. Il mittente sara' l'Unita' sanitaria locale che fa capo al South Birmingham Primary Care Trust e rientra tra le misure studiate per contrastare il record britannico della piu' alta percentuale di mamme minorenni in Europa. Il Primary Care Trust, che gestisce le unita' sanitarie del sud di Birmingham, ha investito 5.000 sterline nel progetto (circa 8.000 euro) per inviare ogni giorno un messaggio a 300 ragazze della zona che abbiano aderito al programma. Chi di loro vuole essere sicura che i genitori non verranno a sapere che fanno uso di questo metodo contraccettivo possono richiedere un messaggio in codice, come ''Chiama Alex'' o ''Porta a passeggio il cane''.

A Birmingham, dove il tasso di gravidanza tra teenager e' pari a una su dieci, le voci discordanti non si sono fatte attendere. C'e' chi ritiene che l'iniziativa rischi di minare il rapporto tra genitori e figlie e c'e' chi teme che le ragazze trascureranno le misure di prevenzione per le malattie che si trasmettono per via sessuale. Dall'altra parte ci sono le statistiche. Secondo il dipartimento di Birmingham che da' assistenza alle teenager incinte, le giovani donne dimenticano di prendere la pillola otto volte all'anno: una dimenticanza che e' anche uno dei motivi principali della gravidanza tra le minorenni. Il Regno Unito non ha solo il primato di gravidanze tra minorenni, ma ha anche alte percentuali di aborti: uno su cinque coinvolge una ragazza con un totale di 3.500 gravidanze interrotte ogni anno da giovani sotto i 16 anni.

 
Quando il rapimento dà alla testa PDF Stampa E-mail
Scritto da Tgcom.it   
Lunedì 18 Ottobre 2004 01:00

Incredibile ma vero: Salvatore Stefio - uno dei quattro italiani rapiti tempo fa in Iraq in circostanze ancora non chiare - è stato nominato Cavaliere Templare. Ora ci manca solo che Agliana diventi samurai e Cupertino dichiari di essere Napoleone. La “Nuova Militia” fondata da San Bernardo ha fatto proprio una brutta fine

Salvatore Stefio, uno dei quattro ex ostaggi italiani in Iraq, torna far parlare di sè: con una cerimonia ufficiale nella chiesa di San Giovanni dei Napoletani, sede della Commenda di Palermo, è stato nominato cavaliere templare. Vestito con un mantello bianco con un croce rossa sul petto è entrato a far parte della congregazione nata nel 1119: "E' un momento significativo per me che ho vissuto la prigionia in terra islamica".

Insieme a Stefio sono stati insigniti altri sei cavalieri e due scudieri. Fra di loro avvocati, geologi, e una psichiatra. La cerimonia alla quale hanno preso parte anche la moglie dell'ex ostaggio, Emmanuela Nicolosi e il loro figlio, è stata celebrata dal Gran Precettore d'Italia e Commendatore di Palermo, Pietro Testa.

"I cavalieri - dice Stefio - sono stati un elemento di congiunzione tra il cristianesimo e l'islam in un ottica di missione di pace". "Da questo momento sarà compito dei cavalieri - ha aggiunto Testa - diffondere i nostri principi che sono il rispetto, la reciproca fiducia e assistenza, il dovere della carità e la disponibilità verso gli altri".

La congregazione dei templari della quale da ora fa parte Stefio si sviluppò nel 1119, a partire da una piccola formazione di nove cavalieri capeggiata dai crociati francesi Ugo des Payens e Goffredo di Saint Omer. Lo scopo dell'iniziativa, ben accolta da Baldovino II Re di Gerusalemme, era quello di proteggere i pellegrini che si recavano in Terra Santa, "lungo le insicure vie che conducono da Gerusalemme al Giordano".

Successivamente i Templari furono i principali difensori degli Stati latini (e non solo), prendendo attivamente parte ai combattimenti. Il nome dell'ordine deriva dal fatto che Re Baldovino posizionò i cavalieri nella moschea di Al-Aqsa, sulla spianata del distrutto tempio di Salomone. I templari ottennero l'approvazione papale, e nel 1128 al Concilio di Troyes fu stabilita per loro una regola, redatta da San Bernardo da Chiaravalle, ispirata alla regola cistercense.

Dai "fratelli" Cistercensi, i Templari ereditarono anche il colore del mantello: bianco. La gerarchia all' interno dell'Ordine prevedeva al vertice il maestro, la cui autorità era limitata da un capitolo composto dai dignitari (il siniscalco, il comandante del Regno di Gerusalemme, il drappiere, il comandante delle altre regioni).

 
Tu non sei il vestito che indossi! PDF Stampa E-mail
Scritto da Repubblica.it   
Lunedì 18 Ottobre 2004 01:00

La polemica – piuttosto ridicola, in verità – sui pantaloni a vita bassa delle adolescenti mette a nudo il vuoto interiore di un’intera generazione. Ci si veste tutti uguali per avere più personalità (?); oppure, semplicemente, si segue la corrente imitando i divi, nella certezza che non si sarà mai come loro. Cercasi disperatamente un'idea rivoluzionaria per riempire il vuoto.

INSEGNARE a scuola mette in contatto con le verità del giorno: è come raccogliere uova appena fatte, ancora calde, magari con il guscio un po' sporco. Gli storici interrogano i secoli, ma in una classe di una qualsiasi periferia italiana si ascolta il battere dei secondi. Ebbene, oggi una ragazza di quindici anni, un'allieva che non aveva mai rivelato una particolare brillantezza, ha fatto una riflessione che mi ha lasciato a bocca aperta.

Eravamo negli ultimi dieci minuti di lezione, quelli che spesso si spendono in chiacchiere con gli alunni. La ragazza raccontava di volersi comprare un paio di mutande di Dolce e Gabbana, con quei nomi stampati sull'elastico che deve occhieggiare bene in vista fuori dai pantaloni a vita bassa. Io le obiettavo che lungo la Tuscolana, alle sei di pomeriggio, passeggiano decine e decine di ragazze vestite così.

Non è un po' triste ripetere le scelte di tutti, rinunciare ad avere una personalità, arrendersi a una moda pensata da altri? E da bravo professore un po' pedante le citavo una frase di Jung: "Una vita che non si individua è una vita sprecata". Insomma, facevo la mia solita parte di insegnante che depreca la cultura di massa e invita ogni studente a cercare la propria strada, perché tutti abbiamo una strada da compiere.

A questo punto lei mi ha esposto il suo ragionamento, chiaro e scioccante: "Professore, ma non ha capito che oggi solo pochissimi possono permettersi di avere una personalità? I cantanti, i calciatori, le attrici, la gente che sta in televisione, loro esistono veramente e fanno quello che vogliono, ma tutti gli altri non sono niente e non saranno mai niente. Io l'ho capito fin da quando ero piccola così. La nostra sarà una vita inutile. Mi fanno ridere le mie amiche che discutono se nella loro comitiva è meglio quel ragazzo moro o quell'altro biondo. Non cambia niente, sono due nullità identiche. Noi possiamo solo comprarci delle mutande uguali a quelle di tutti gli altri, non abbiamo nessuna speranza di distinguerci. Noi siamo la massa informe".

Tanta disperata lucidità mi ha messo i brividi addosso. Ho protestato, ho ribattuto che non è assolutamente così, che ogni persona, anche se non diventa famosa, può realizzarsi, fare bene il suo lavoro e ottenere soddisfazioni, amare, avere figli, migliorare il mondo in cui vive. Ho protestato, mettendo in gioco tutta la mia vivacità dialettica, le parole più convincenti, gli esempi più calzanti, ma capivo che non riuscivo a convincerla. Peggio: capivo che non riuscivo a convincere nemmeno me stesso. Capivo che quella ragazzina aveva espresso un pensiero brutale, orrendo, insopportabile, ma che fotografava in pieno ciò che sta accadendo nella mente dei giovani, nel nostro mondo.

A quindici anni ci si può già sentire falliti, parte di un continente sommerso che mai vedrà la luce, puri consumatori di merci perché non c'è alcuna possibilità di essere protagonisti almeno della propria vita. Un tempo l'ammirazione per le persone famose, per chi era stato capace di esprimere - nella musica o nella letteratura, nello sport o nella politica - un valore più alto, più generale, spingeva i giovani all'emulazione, li invitava a uscire dall'inerzia e dalla prudenza mediocre dei padri. Grazie ai grandi si cercava di essere meno piccoli. Oggi domina un'altra logica: chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori per sempre. Chi fortunatamente ce l'ha fatta avrà una vita vera, tutti gli altri sono condannati a essere spettatori e a razzolare nel nulla.

Si invidiano i vip solo perché si sono sollevati dal fango, poco importa quello che hanno realizzato, le opere che lasceranno. In periferia ho conosciuto ragazzi che tenevano nel portafoglio la pagina del giornale con le foto di alcuni loro amici, responsabili di una rapina a mano armata a

 
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