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Invasione dal cielo

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Bombardamenti alleati sulla Libia che non ha ancora capitolato alla BP e alla Shell

Pioggia di missili sulla Libia dal cielo e dal mare. E’ scattata l’operazione “Odissea all’alba”, cui partecipano al momento Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Italia e Canada, gli altri due membri della coalizione internazionale, non hanno ancora preso parte attivamente ai raid.
Ma l’Italia sta fornendo un importante supporto logistico attraverso la messa a disposizione della coalizione di ben sette basi militari. Secondo fonti del Pentagono, sono almeno 110 i missili da crociera Tomahawk lanciati su una ventina di obiettivi sensibili del Colonnello.
I primi missili contro le forze governative li hanno lanciati i jet francesi alle 17:45: centrati in pieno i bersagli, quattro carri armati di Gheddafi. A Tobruk è esplosa la gioia incontrollata degli insorti che seguivano su un maxi-schermo la diretta della tv satellitare Al Jazira.
Il via libera all’attacco militare è giunto dal vertice di Parigi con Onu, Ue, Usa e Paesi arabi, che ha dato luce verde ai caccia della coalizione internazionale per imporre con la forza il rispetto della risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che prevede una no-fly zone rafforzata contro le truppe di Gheddafi e l’immediato cessate il fuoco per proteggere la popolazione civile.
I primi aerei a raggiungere lo spazio aereo libico sono stati i caccia di Parigi, che hanno anticipato di qualche ora i Tomahawk americani e i jet britannici.
Berlusconi ha annunciato che per il momento l’Italia mette a disposizione solo le basi militari ma ha aggiunto che se sarà necessario parteciperà anche ai raid aerei e assicurato che non esiste un pericolo di ritorsione missilistica verso l’Italia.  “Il maggior coraggio è a volte la cautela”. La linea di Umberto Bossi di fronte ai bombardamenti in Libia è racchiusa in queste parole, che servono anche a spiegare l’assenza della Lega Nord ieri in Parlamento.
I primi caccia sono decollati mentre era ancora in corso il vertice di Parigi e da Bengasi giungevano notizie drammatiche di bombardamenti contro molti quartieri della città e perfino contro l’ospedale. Testimoni parlano di decine di morti e di migliaia di civili terrorizzati in fuga con ogni mezzo verso il confine col l’Egitto.
L’attacco di Gheddafi contro Bengasi è stato rabbioso: la città è stata martellata per ore con lanci di razzi e colpi di artiglieria pesante. I tank hanno poi sferrato un attacco da terra cercando di rompere le sacche di resistenza nella parte orientale della città. La superiorità delle forze messe in campo da Gheddafi era talmente schiacciante che il leader degli insorti, Mustafa Abdul Jalil, ha invocato l’immediato aiuto della comunità internazionale.

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